Il nuovo emendamento per abolire il reato di clandestinità non era stato approvato nei progetti del Movimento 5 Stelle una volta al governo.
A precisarlo Beppe Grillo in persona: «L’abolizione del reato di clandestinità non era nel programma», ha twittato in mattinata in coppia con Gianroberto Casaleggio.
Ricordando agli autori dell’emendamento che «l’eletto portavoce del M5S ha come compito l’attuazione» del programma, e non è un «dottor Stranamore». E «leggi di rilevanza sociale non previste» devono essere «prima discusse in assemblea e quindi proposte all’approvazione del M5S attraverso il blog, come vuole lo strumento democratico di Grillo.
Intanto la Lega, che si è definita indignata nel veder cancellare anni di lavoro in favore di un’organizzazione per l’ingresso in Italia, è stata censurata ieri per una «bagarre» scoppiata in Aula anti depenalizzazione della Bossi-Fini.
Ha Provocato Roberto Maroni: «Adesso il M5S voti il nostro emendamento che ripristina il reato», mentre il pdl Fabrizio Cicchitto invocava: «Non si trasformino le emozioni in formule legislative» e il pd Luigi Zanda insisteva: «La commissione ha avviato un percorso che porterà all’abolizione del reato di clandestinità».
Paolo Pradolin
[11/10/2013]
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