Beppe Grillo entra in scena trascinando un «tanko» – ogni riferimento ai venetisti non è per niente casuale – di cartone, che spara coriandoli.
Poi spara lui parole in dialetto, con quella tipica voce che fa sganasciare: «No ghe volemo stare più in ‘sto Stato de mona, va ben!». Ed è inizio travolgente.
Beppe Grillo a Padova, Palafabris, ha fatto un successo travolgente di pubblico e di consensi. In molti ritengono che si potesse definire ad un comizio elettorale a pagamento, ma in fondo i suoi spettacoli sono sempre stati un po’ così, da Reset in poi, eppure sempre con il tutto esaurito. Ovvio poi che ora i suoi strali siani più mirati, perchè ‘ci sta dentro’.
Grillo, comunque, sta dalla parte del veneti: «C’è un diritto alla secessione, se fate un referendum sono con voi. È un’autodifesa». Non è la prima volta che Grillo evoca ipotesi secessioniste: a inizio marzo aveva pubblicato sul blog sotto il titolo «E se l’Italia si dividesse?» una mappa con un’Italia divisa in tante macroregioni. E poi ci ritornava: «Mentre arrestavano le “macchiette” dei secessionisti, il nostro Capo dello Stato riceveva un condannato in via definitiva. È questo lo stato delle cose…». Contro il capo dello Stato il leader cinquestelle ha sferrato un attacco pesante: «Napolitano lo pensavo un saggio, invece è cattivo, è un uomo che ha violentato la Costituzione. Sono andato a parlargli due volte — ha aggiunto — e mi ha fottuto come un pivello».
Beppe Grillo a Padova ha comunque esercitato l’ironia, come sempre, per aprire e sconvolgere schemi, e sono le parti più divertenti dello spettacolo: «Il nostro movimento è nato il 4 ottobre, il giorno di San Francesco, siamo il primo movimento francescano, “perché nessuno rimanga indietro”. Anche Bergoglio — ha concluso Grillo tra gli applausi — si è iscritto al nostro blog».
Redazione
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