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Benedetto XVI, l' Ora di Religione, e il Caso Milano

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In Italia, su 9 milioni di studenti, il 10% sceglie di non fare religione a scuola. In sostanza si tratta di 900 mila studenti che, dalle materne alle Superiori, fanno altro. Il dato più clamoroso è quello che riguarda la Diocesi di Milano dove ci sarebbero 100 mila studenti non avvalentisi. Ci sono intere aule vuote, decimate, accorpate, e disarticolate; studenti che, quando entra il docente, escono dalla classe, oppure studenti che girano per la scuola, o altri che vanno al bar ed escono dalla scuola per andare da McDonald's o a sedersi sulle panchine del parco adiacenti l'Istituto a fumare la sigaretta. Senza contare quelli che entrano un'ora dopo o escono un'ora prima.E' evidente che siamo di fronte a un disagio giovanile esteso che va compreso attraverso l'analisi delle cause che generano tale fenomeno di disaffezione che colpisce le nuove generazioni (che tra qualche anno saranno classe dirigente) de-privandole della cultura religiosa in una società  sempre più multiculturale, multietnica e multireligiosa.

Questo il contesto storico-culturale nel quale vivono e sono immersi i nostri studenti: le ideologie classiche sorte dalle lotte sociali o dalle utopie atee del sec. XIX tendono a ristagnare o ad affievolirsi, anche là  dove godono di una posizione ufficiale, la sfida più grave oggi proviene dal secolarismo tecnocratico, che si manifesta nella società  dei consumi attraverso l'edonismo, il pragmatismo e la ricerca dell'efficienza, senza riguardo per le norme etiche, e disconoscendo il carattere sacro della vita. Tutto ciò conduce troppo spesso al relativismo morale e all'indifferenza religiosa.
Molte persone che vivono come se Dio non esistesse e che si pongono al di là  della problematica “fede-non credenza”, essendo Dio scomparso dal loro orizzonte esistenziale. D'altro canto un nuovo tipo di mentalità  neo- scientista si va facendo strada, che tende a restringere il ruolo della ragione alla sola razionalità  scientifica.”

I nostri giovani nella Diocesi di Milano hanno 2.200 docenti (laici, preti e suore) che impartiscono tale insegnamento. Dobbiamo domandarci, a questo punto, dopo aver disapprovato nettamente le scelte diseducative del disimpegno scolastico dei non avvalentisi: l'insegnamento religioso è davvero culturale, basato sui testi del magistero ecclesiastico,della Dottina sociale della Chiesa, e della Sacra Scrittura? O è di basso profilo culturale dove il docente intrattiene gli studenti per 50 minuti a parlare di argomenti di attualità  (sesso, droga, e musica rock) per catturare l'interesse degli studenti? Oppure qualche volta fa proselitismo al suo movimento ecclesiale? O, peggio, autorizza durante l'ora a fare compiti delle altre materie? Oppure, per l'intero anno scolastico, fa visionare film e videocassette in aula video. E' evidente che questi ragazzi che per 33 lezioni annuali devono fare un'ora di relax o un'ora del nulla, alla fine sono indotti a lasciare. E hanno la nostra comprensione.

Per nostra esperienza diretta sappiamo però di tantissimi docenti preparati culturalmente, pedagogicamente e didatticamente che si spendono quotidianamente nelle aule intessendo un dialogo proficuo con gli studenti. E sono sicuramente la maggioranza. Poi vi è una minoranza esigua che fa altro. A questo riguardo va ribadito che che scrive il documento della Congregazione vaticana per l'Educazione Cattolica: ''Un insegnamento che disconoscesse o emarginasse la dimensione morale e religiosa della persona costituirebbe un ostacolo per un'educazione completa, perche' i giovani hanno il diritto di essere aiutati sia a valutare con retta coscienza e ad accettare con adesione personale i valori morali, sia a conoscere e ad amare Dio piu' perfettamente'' (card. Zenon Grocholewski e mons. Jean-Louis Brugue's). E il card. Carlo Maria Martini ai docenti di religione cattolica: “Fate vostre le ragioni dei non avvalentisi e assumetele come problema”.

Infine ci sono alcuni Dirigenti scolastici sindacalizzati ostili all'ora di religione cattolica e al suo docente a cui praticano mobbing verticale con discriminazioni e persecuzioni varie (sanzioni disciplinari, gravi denigrazioni, diffamazioni, lettere pilotate ai Superiori per delegittimarlo, ispezioni per intimidirlo, e trasferimenti ambientali). Assistiamo, talvolta, ad una vergognosa serie di angherie, soprusi e vessazioni in cui spesso il docente si trova a dover render conto di accuse infondate nei suoi confronti che nascono dal pregiudizio ideologico e sindacale e dal livore laicista e anticlericale. Accuse che poi vengono ritrattate quando il docente, guarda caso, cambia scuola.

Spesso il docente è solo, o è aiutato dal Sindacato o dal Tribunale penale. I suoi superiori al 90% credono sempre (ahimè) alle bugie di qualche Dirigente e la filosofia vigente è la seguente: se un docente è stimato dal Preside è un ottimo docente, ma se il Preside ha qualche riserva nei suoi confronti, allora è un pessimo docente. E dov'è finito il necessario e doveroso discernimento? E la virtù della prudenza perchè non viene esercitata? A nessuno viene in mente che il Preside potrebbe aver commesso degli abusi… Altro metodo che viene applicato: “Tu perdi gli alunni nelle classi (anche se fai lezione seriamente e sei preparato) allora cambi scuola. Ma vogliamo analizzare le dinamiche delle scelte degli studenti una volta tanto?

Ritorniamo al docente vittima di mobbing. Tutti dovrebbero sapere che in Italia ci sono 1 milione e 600 mila vittime di mobbing sul lavoro. Perchè non viene fatto tra i docenti un Seminario sul mobbing con esperti della Clinica del lavoro, avvocati, medici, psicologi per far conoscere questa terribile realtà  che conosce solo chi ne è vittima? Il mobbing oltre che verticale è orizzontale (ecco allora che ci sono docenti e genitori che non hai mai visto e non conosci) che firmano lettere pilotate. Il Dirigente solerte invia segretamente il tutto alla Direzione scolastica e alla Curia e il “lavoro sporco” è fatto. Se poi considerate che il ministro Brunetta ha dato ai Presidi la facoltà  di licenziare i docenti abbiamo detto tutto. Un Dirigente scolastico può buttarti in mezzo alla strada e rovinarti.

Ma in questo strano Paese, anche se sono casi isolati, per esempio, le cosiddette porno professoresse, i presidi o docenti pedofili o i prof. stravaganti, inadeguati, bizzarri ed eccentrici, non vengono licenziati. No, come il solito, sono i giornali che esagerano… Il docente di religione cattolica è un professionista della cultura religiosa e per queste ragioni dovrebbe stare nella scuola per educare, cioè per formare le nuove generazioni e per trasmettere cultura. L'attualità  e la tuttologia non gli appartengono: le lascino ad altri.

Ritorniamo al dato clamoroso dei 100 mila studenti non avvalentisi (su 10 studenti ben 5 non fanno religione ). C'è nella Curia una strategia e un piano per contenere le dispersioni? per arginare il fenomeno? per arrestare le perdite? O, piuttosto, c'è rassegnazione, acquiescienza, e fatalismo? Si è parlato di aggiornamento e di formazione. Benissimo, condividiamo appieno, ma è ancora poco. Anche se i corsi (obbligatori) per tale aggiornamento annuale (60 euro a docente) sono equi. Una Commissione nella Curia milanese per studiare il fenomeno dei non avvalentisi presieduta dal Vicario Episcopale mons. Manganini e alla quale il sottoscritto partecipò con altri laici ed ecclesiastici, elaboro' nel 2000 un documento che è finito in qualche cassetto. Ora si tratta di ripartire da li' con i nuovi dati sui non avvalentisi (che non vengono pubblicati da qualche anno) e sulle proposte per rilanciare l'ora di religione cattolica nella Diocesi guidata dal cardinale Angelo Scola. Ma sull'ora di religione cattolica, suoi docenti di questa materia e sul loro programma facciamo parlare Benedetto XVI. Il magistero autorevole del Papa è infatti sempre ricco di spunti e di riflessioni di cui occorre fare tesoro.

Benedetto XVI ha sottolineato che il docente di religione cattolica è un punto di riferimento tra i giovani e non è raro vedere che tra di essi, anche dopo la scuola, i rapporti continuino. Nella scuola, nel Collegio dei Docenti, il docente di religione cattolica è “una figura molto importante” dice il Papa. E afferma a questo riguardo: “Con la piena e riconosciuta dignità  scolastica del vostro insegnamento, voi contribuite, da una parte, a dare un’anima alla scuola e, dall’altra, ad assicurare alla fede cristiana piena cittadinanza nei luoghi dell’educazione e della cultura in generale.”

Grazie all’insegnamento della religione cattolica, dunque, la scuola e la società  si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità , nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere nella responsabilità , a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro. E ancora sottolinea il Papa: “La dimensione religiosa, infatti, è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita.

Il vostro servizio, cari amici, si colloca proprio in questo fondamentale crocevia, nel quale – senza improprie invasioni o confusione di ruoli – si incontrano l’universale tensione verso la verità  e la bimillenaria testimonianza offerta dai credenti nella luce della fede, le straordinarie vette di conoscenza e di arte guadagnate dallo spirito umano e la fecondità  del messaggio cristiano che così profondamente innerva la cultura e la vita del popolo italiano.” “Lungi dal costituire un'interferenza o una limitazione della liberta'”, ha proseguito Benedetto XVI – la presenza degli insegnanti di religione nella scuola italiana “e' anzi un valido esempio di quello spirito positivo di laicita' che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo leale, valori di cui un Paese ha sempre bisogno”.«La dimensione religiosa – ha ricordato il Papa – non è una sovrastruttura. Essa è parte integrante della persona, sin dalla primissima infanzia; è apertura fondamentale all'alterità  e al mistero che presiede ogni relazione ed ogni incontro tra gli esseri umani. La dimensione religiosa – ha affermato – rende l'uomo più uomo».

“Grazie all'insegnamento della religione cattolica”, infatti, “la scuola e la societa' si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanita', nei quali, decifrando l'apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere nella responsabilita', a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro”. “La dimensione religiosa – ha ricordato ancora il Pontefice – e' intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita”. Citando poi San Paolo e sant'Agostino Benedetto XVI ha invitato i docenti di religione cattolica ad essere “Maestri” animati da carità  intellettuale affinché agli studenti comunichino “la verità  e la bellezza della Parola di Dio” e facciano conoscere la Bibbia come elemento essenziale del programma di insegnamento della religione cattolica.

Il nuovo Arcivescovo di MIlano cardinale Angelo Scola è un teologo e un filosofo. Certamente, nella sua agenda, ci sarà  il problema dell'ora di religione cattolica nella Diocesi che rispetto al dato nazionale è oggettivamento un dato preoccupante e allarmante dal sottoscritto evidenziato su tutta la stampa italiana invano. Ci aspettiamo da don Angelo una correzione di rotta sia negli Uffici curiali competenti sia tra i docenti perchè gli studenti rivedano le loro scelte con un nuovo patto educativo affinchè nel terzo millennio gli studenti della Diocesi di Milano conoscano adeguatamente la cultura religiosa come gli studenti islamici o quelli del Nord Europa. Non è pensabile che essi abbiano questa importante offerta formativa per la loro crescita nella scuola pubblica e la rifiutino.

Alberto Giannino
(*) Presidente Ass. culturale docenti cattolici (Adc)

[12 agosto 2011]

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