Un’altra tragedia del mare. Un’altra tragedia di migranti. Un barcone con centinaia di migranti (c’è chi dice 400, ma la Marina ha smentito parlando di oltre duecento persone), salpati dalla Libia, sono naufragati a un terzo del viaggio verso l’Italia. La meta era Lampedusa.
Gli annegati certi sarebbero 14 fino a ieri alle 22, e tra di loro ci sono donne e bambini.
L’allarme è stato lanciato da un rimorchiatore e sul posto sono intervenute le unità navali di «Mare Nostrum», la fregata Grecale e il pattugliatore Sirio dove i naufraghi sono stati trasbordati con le vittime per essere portati a terra, in Sicilia, dove arriveranno questa mattina.
«Non c’era solo questo barcone sullo stesso posto, ne abbiamo soccorsi altri tre — ricordavano ieri sera dalla Marina militare —. Uno con circa 200 migranti, gli altri con 100 e 95. Abbiamo sul posto un’altra nave della Marina militare e le vedette».
I numeri sono in crescita sempre di più e ieri il ministro dell’Interno Angelino Alfano dall’Italia ha ribadito la sua linea: «L’Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone, si faccia carico di accogliere i vivi. Quelli a quali l’Italia riconoscerà il diritto d’asilo saranno mandati in Europa, se ci vogliono andare. L’Italia non può diventare la prigione dei rifugiati politici». Punta il dito contro l’Europa anche il premier Renzi: «Ci lascia soli, ma non può salvare gli Stati, le banche e poi lasciare morire le madri con i bambini».Il presidente del parlamento europeo Martin Schulz si è detto «scioccato dalla tragedia: l’Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità».