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BAMBINO PORTATO VIA DA SCUOLA | Tribunale Minori: era peggio abbandonare il bambino al suo destino

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VENEZIA | “Si cerca in tutti i modi di evitare l'allontanamento, che è l'estrema ratio, quando tutti gli strumenti sono stati utilizzati e non si è riusciti a far ragionare genitori per i quali i bimbi sono armi da usare contro l'altro genitore”. E' quanto avrebbe dichiarato all'ANSA la presidente del Tribunale dei minori di Venezia Adalgisa Fraccon. Il Tribunale dei minori di Venezia è l'organo che ha seguito in primo gradoil procedimento, che poi si è approdato in Corte d'appello.
Il video che tanto ha fatto discutere l'Italia mostra un bambino portato via di peso da scuola dagli agenti e dal padre che devono condurlo in una casa-famiglia. Un video che ha innescato reazioni di rabbia e delusione nell'opinione pubblica e diversi dibattiti etico-morali su quanto accaduto e su quanto lo stesso video fosse da mostrare per una questione di privacy e tutela dei minori.

Per chi non l'avesse visto ricordiamo che nel video si vede il bambino portato via “di peso” da alcuni agenti delle forze dell'ordine e dal padre che lo tengono sollevato per le braccia e per le gambe mentre questo si agita e grida per non essere portato via. Presente anche la zia del piccolo che riprende la scena e grida più volte di lasciar andare il nipote. Inoltre, alla fine del filmato, quando il bambino viene portato via dalla volante, la zia arrabbiata e disperata chiede informazioni all'ispettrice presente sulla decisione del tribunale e nel video si sente l'ispettrice di Polizia rispondere che non può fornire informazioni in merito e dice alla zia del piccolo “Lei non è nessuno”.
“Come Tribunale dei minori di Venezia – afferma la presidente Fraccon – siamo tutti molto addolorati da questa vicenda, stupiti che le cose siano andate in maniera così maldestra e con queste modalità  di violenza nei confronti del bambino, in generale sia i servizi sociali che le forze dell'ordine sanno come comportarsi e siamo soddisfatti di come operano, non è mai successo prima”. “E' sfuggita di mano l'esecuzione del provvedimento – prosegue – tante volte lo si fa con l'assistenza della forza pubblica, ma non si può coinvolgere il bambino in una sollevazione di popolo, dove viene ancora una volta strumentalizzato dagli adulti”. Insomma, “non si è riusciti a contenere la reazione del bambino, che era comprensibile, in presenza di una strumentalizzazione da parte della famiglia in funzione del conflitto della coppia genitoriale: la vicenda è complessa, singolare, non è una normale vicenda di conflitto familiare”.

La presidente spiega che “la maggior parte dei genitori, anche conflittuali, dopo un po' si rende conto della sofferenza dei figli, qui non è accaduto: l'esecuzione non doveva essere ostacolata”. “I provvedimenti della giustizia si criticano, ma si devono eseguire – fa presente – è stato un pessimo esempio per il bambino che doveva invece essere calmato, rasserenato: 'vai che c'é il papà , poi ne discutiamò, non strattonato da più parti”. Il procedimento di primo grado si era concluso “con indicazioni finalizzate a lasciare il minore al suo ambiente naturale e garantire l'accesso all'altro genitore: tutti dimenticano che è un diritto fondamentale dei bambini ricevere cure, affetto, attenzioni da entrambi i genitori, anche quando c'é la separazione, un diritto fondamentale contemplato dalle legge n.54 del 2006 sull'affido condiviso, che se non attuato pregiudica una crescita armoniosa”.

La vicenda era giunta alla Corte d'appello di Venezia per impugnazione ed era proseguita con una nuova perizia, già  svolta in primo grado. Rileva Fraccon: “il caso è stato molto approfondito: si arriva all'allontanamento quando sarebbe peggio abbandonare il minore al suo destino, in balia di una situazione di pregiudizio”. Per quanto riguarda la Pas, la sindrome da alientazione parentale oggetto, secondo la magistrata “é inutile disquisire in linea teorica, se c'é o no: indipendentemente dalle linee di pensiero qui c'é il diritto del bambino ad avere relazione con l'altro genitore”. In ogni caso, “il provvedimento è temporaneo, un periodo di decantazione non finalizzato a estromettere la madre dalla relazione con il figlio, ma a riequilibrare la situazione: speriamo che la vicenda serva a tutti per riflettere”.

In questi giorni sulla vicenda sono intervenuti anche i presidenti di Camera e Senato, il capo della polizia, il ministro degli Interni, il garante della privacy, il garante per l'infanzia e l'adolescenza, ma le conseguenze non sarebbero solo di rimprovero etico, in quanto ricordiamo che il Capo della Polizia Manganelli dopo la trasmissione del video aveva immediatamente disposto un'inchiesta interna sulla vicenda.
Tutti i filmati integrali sono stati acquisiti dagli organi di Polizia e trasmessi all'Autorità  Giudiziaria per competenza.

Giorgia Pradolin
[redazione@lavocedivenezia.it]

Riproduzione Vietata
[14/10/2012]


titolo: BAMBINO PORTATO VIA DA SCUOLA | Tribunale Minori: era peggio abbandonare il bambino al suo destino
foto: SCENA DAL VIDEO CHI L'HA VISTO (REPERTORIO)


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