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Balotelli è lo specchio del Milan, e viceversa. Di Mattia Cagalli

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Il momento che sta attraversando il Milan, rispecchia totalmente quello del suo uomo simbolo Balotelli. La sconfitta casalinga a favore del Parma, è l’ennesima riprova della gestione fallimentare di Berlusconi e Co. negli ultimi anni. Non si può infatti imputare ad Allegri prima e a Seedorf ora la débâcle stagionale.

Un mercato fatto solamente di parametri zero, di giocatori sul viale del tramonto (Kaka ed Essien su tutti), finte promesse sul rinnovamento e di puntare sui giovani e la frittata oserei dire finalmente è fatta. Per troppi anni i Rossoneri sono riusciti a barcamenarsi, raggiungendo lo scorso anno la Champions League a suon di rigori. Goals che hanno fatto credere al popolo milanista che Balotelli cecchino infallibile, fosse il salvatore della patria.

Invece quel finale di stagione “miracoloso”, è stato solamente un fuoco di paglia. Al Milan da anni manca una programmazione seria e dopo le cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic, i soldi ottenuti sono stati reinvestiti malamente.

Inoltre le beghe dirigenziali, non hanno facilitato la gestione. Diatribe tra il nuovo che avanza (Barbara Berlusconi) e il vecchio a cui bisogna essere eternamente grati (Adriano Galliani), a cui il padrone Silvio Berlusconi non ha saputo dare fine.

Suddividere l’azienda calcistica in due rami per non scontentare nessuno, si è rivelato un disastro; come se il Presidente non avesse voluto veramente decidere. Ora però non si può più aspettare, questo campionato è ormai destinato al fallimento ma bisogna già muoversi per programmare il futuro.

Non si può pretendere di vincere tutto e subito ma al contrario, bisogna vedere sul lungo termine. Partendo sicuramente da giovani di belle speranze, con una rete di osservatori che consentano al Milan di arrivare prima degli altri sui potenziali campioni.
Andrebbe abolita (se non totalmente, quasi) la politica dei paramenti zero e rinforzata la primavera. Certo, in questo modo le vittorie arriveranno nel prossimo futuro ma dureranno certamente più a lungo e con maggiori introiti economici. La cessione di un campione cresciuto in casa creerebbe una plusvalenza incredibile.

Purtroppo i rossoneri, come la maggior parte delle società italiane (non solo calcistiche), puntano al tutto e subito e quindi non hanno la pazienza di attendere i frutti del lavoro. Spesso si giustificano, scaricando la colpa sui tifosi che vorrebbero sempre vincere ma i veri tifosi sanno aspettare.

Lo specchio della situazione è il declino calcistico di Mario Balotelli che a 23 anni è un buon giocatore ma non un campione e soprattutto non un leader.

In questo momento se fosse valida la regola che in Nazionale ci vanno i più in forma, il giocatore bresciano non si imbarcherebbe per il Brasile. Di contro, salgono le quotazioni di Antonio Cassano, che però sembra svegliarsi solamente in prossimità delle convocazioni mentre per il resto dell’anno galleggia nella mediocrità.

Alla fine credo che il primo andrà ai mondiali (troppo coccolato da Prandelli), mentre il secondo guarderà gli azzurri dalla villeggiatura.

Mattia Cagalli

[18/03/2014]

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