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Asilo Cip e Ciop di Pistoia traumi psichici gravi per i bambini maltrattati

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Il processo per le sevizie che sarebbero avvenute sui bambini ospiti dell'asilo nido “Cip e Ciop” di Pistoia è iniziato. A giudizio le maestre Anna Laura Scuderi ed Elena Pesce, accusate di maltrattamenti in concorso e continuati su minori.


Nel dibattimento sarebbe stato sottolineato che gravi lesioni psichiche sono state certificate su 15 bambini dell’asilo. I bambini sono stati sottoposti a perizia psichiatrica e nell'incidente probatorio la dottoressa Susanna Mazzucchelli che, insieme al professor Paolo Cornaglia Ferraris, ha eseguito le perizie medico-legali con tutte le cautele del caso sui piccoli, ha diagnosticato la tragica realtà : i fatti hanno segnato con traumi psichici i bimbi.

Il dibattimento è poi stato rinviato al 22 giugno. In quella udienza si cercherà  di capire se tra i 15 piccoli vi sia anche chi ha riportato danni psicologici gravissimi, come si sospetta.

La vicenda era scoppiata nel 2009. Le indagini avevano preso il via perchè i comportamenti che avvenivano nella scuola si ripercuotevano nella vita privata. Una bambina, giocando a casa, era solita chiudere a chiave le bambola nell'armadio. Alla domanda dei genitori che spiegasse tale comportamento la risposta era stata che le maestre lo facevano con lei, quindi il comportamento era corretto.
Un genitore raccontò che sua figlia, a causa dei condizionamenti subiti, non riusciva più a mangiare, piangeva solo nel vedere un piatto. Il sintomo che qualcosa non andava era poi stato confermato quando la bambina ha cominciato a fare dei gesti come per difendersi da percosse, improvvisamente e ingiustificatamente.

Dopo i primi sospetti i carabinieri avevano provveduto ad installare nella struttura telecamere nascoste per verificare ed, eventualmente, acquisire prove. Ad un certo momento i militari si sono decisi ad intervenire per interrompere quello che stavano monitorando e le due maestre furono arrestate.

Le immagini vennero successivamente mostrate dalla Procura ai genitori che ne avevano manifestato l'intenzione. Si trattava di immagini forti al punto che la Procura stessa ne vietò la diffusione e al punto che alcuni genitori ebbero mancamenti visionandole.

[07 giugno 2011]

paolo pradolin

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