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Argentina e omosessualita'

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[17/07] L'Argentina è stato il primo Paese dell'America latina ad autorizzare i matrimoni gay. Il disegno di legge, sostenuto dal governo di centro-sinistra della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, è stato approvato con 33 voti a favore e 27 contrari.
“È un giorno storico”, ha detto il capogruppo del partito al potere, Miguel Pichetto, ricordando che il dibattito è stato messo in calendario per il 14 luglio, giorno di commemorazione della Rivoluzione francese. «È la prima volta che si vota per una legge a favore delle minoranze», ha aggiunto.

“La società  argentina è cambiata: ci sono dei nuovi modelli famigliari”, ha detto il capogruppo al Senato dei radicali all'opposizione, Gerardo Morales, spiegando come questa legge sia stata pensata per tutelare i diritti delle minoranze.

Il nuovo provvedimento modifica il codice civile: la formula “marito e moglie” sarà  sostituita dal termine “contraenti”.
Le coppie gay sposate potranno inoltre adottare bambini ed avere accesso a sicurezza sociale e congedo famigliare. L'Argentina è quindi diventata il primo Paese dell'America latina ad autorizzare le nozze gay, e il decimo al mondo dopo Olanda, Belgio, Spagna, Canada, Africa del sud, Norvegia, Svezia, Portogallo e Islanda. L'ennesimo attacco inferto dalla sinistra argentina alla famiglia “tradizionale” fondata su un maschio ed una femmina, è l'ennesima prova provata che la rivoluzione francese, non solo ha “regalato” sangue e morte, ma a distanza di 200 anni sta corrompendo la società  anche sul piano morale.

I figliocci della rivoluzione francese mascherati da paladini dei diritti umani, ma pedissequamente fedeli al sovvertimento delle regole sociali e morali, sono riusciti ad infondere nell'opinione pubblica l'assurda teoria che l' “amore” tra persone dello stesso sesso abbia la stessa dignità  veritativa dell'amore eterosessuale. Non occorre nemmeno scomodare il monito di San Paolo “non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio” (1 Cor.6,9/10), per capire che due spermatozoi o due ovuli intenti ad “amarsi”, al massimo potranno darsi una pacca sulla spalla, ma non certo generare vita.

La natura, che non pensa certo in termini sessuofobici, discriminanti, e tanto meno cattolici, ha laicamente deciso che la vita può scaturire soltanto dall'incontro di un gamete maschile con uno femminile. A chi si è ostinato di andarci contro, la natura l'ha “omaggiato” con anti pregiudizievoli dosi di AIDS e malattie veneree. Negare queste banali verità , equivale a costruirsi un futuro carico di tristezze ed angosce. L'omosessualità , come testimoniato da tantissime persone che ne sono uscite, si può “curare”.

In Italia e nel mondo, anche se in sordina, moltissimi operatori lavorano in questo delicatissimo ambito. Se le potentissime lobby gay non lo impedissero, migliaia di ex omosessuali potrebbero uscire allo scoperto. Ma con i media che ci ritroviamo in Italia (quasi tutti su posizioni filogay), il pubblico ludibrio e il massacro mediatico sarebbero assicurati.

Povia e il Luca era gay, della “famigerata” canzone, docet! Eppure, gli ex omosessuali sono felicemente “guariti”, mentre agli ostinati gay, il cui orgoglio è più grande della loro sofferenza, non resterà  che piangere per l'esistenza intera. E non parliamo di peccato e di giudizio di Dio che spetterà  ai sodomiti una volta varcata la soglia dell'aldilà .

Gianni Toffali Verona

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