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Arancia meccanica a Jesolo, violenza nel pullman di giovani che torna dalla disco

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violenza nel pullman

I fatti sono del 1 maggio scorso quando, verso le 3.40, E.A., 18 anni, di Mirano, ha un malessere e si reca all’esterno del locale da ballo “Il Muretto” di Jesolo dove stava trascorrendo la serata con altri amici. La comitiva di 50 ragazzi dai 17 ai 23 anni era partita da Piove di Sacco con un autobus turistico che era arrivato a Jesolo nella tarda serata del 1° maggio.

Probabilmente a causa di un eccesso di alcool, il giovane sta poco bene e si sofferma nei pressi dell’ingresso per prendere aria. Il giovane viene notato da N.E.M., di 20 anni e da S.R. 26 anni, marocchini, entrambi pluripregiudicati e da L.A. 20 anni, italiana legata al primo da ragioni sentimentali, tutti e tre di Mogliano Veneto.

Il trio adocchia il giovane, si rende conto del suo malessere e lo avvicinano chiedendogli se si sente bene, fingendo di volerlo soccorrere.
Ottenuta la fiducia del malcapitato, lo inducono ad allontanarsi su un lato poco in vista del locale, lontano dallo sguardo degli addetti alla sicurezza.

Qui i giovani cambiano atteggiamento e rivelano subito la proprie intenzioni apostrofando il giovane e intimandogli di non gridare, altrimenti l’avrebbero riempito di botte e buttato nel fossato poco distante. Il giovane, atterrito e paralizzato, lascia che i rapinatori gli frughino le tasche, dove trovano 30 euro ed un Samsung Galaxy S4 del valore di 500 euro che gli sottraggono allontanandosi poi in fretta.

Il giovane in preda allo shock, cerca invano di seguirli a piedi ma poi ritorna nei propri passi fino alla discoteca dove ritrova gli amici della compagnia con i quali era giunto che lo stavano cercando, così racconta loro quanto è successo.

Ma la brutta avventura del giovane non era terminata.

Alle 6 del mattino, infatti, l’autista dell’autobus ritorna nei pressi del parcheggio della discoteca per riprendere i ragazzi. Un primo gruppo di una ventina di giovani sale a bordo, fra questi però si imbuca anche il terzetto di rapinatori che ha uno scopo ben preciso: derubare i passeggeri e ritornare a Marghera.

I malviventi, tuttavia, non passano inosservati e vengono riconosciuti come intrusi dall’autista che li avvisa del fatto che era un pullman privato, quindi che sarebbero pertanto dovuti scendere. Da questo punto origina la violenza nel pullman.

I tre balordi cominciano ad alzare la voce, senza mezzi termini minacciano l’autista di riportarli a Marghera altrimenti avrebbero impedito al pullman di partire ed estraggono dalle tasche due bottiglie di birra in vetro, vuote.
A quel punto, alcuni ragazzi intervengono in difesa dell’uomo ed invitano i tre a scendere, ma dalle grida si passa presto ai fatti.

I rapinatori palesano uno stato di innaturale agitazione e di predisposizione alla violenza, sembrano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, colpiscono con pugni e calci i passeggeri più decisi. Uno dei ragazzi viene colpito da una bottigliata in pieno viso, e rimane accasciato sul sedile, tramortito.

La vista di quel fatto induce tutti i ragazzi del pullman ad assumere un atteggiamento di remissione per evitare conseguenze peggiori ed ulteriore violenza nel pullman.

L’autista temendo il peggio finge di acconsentire alle richieste del gruppo chiude le porte e avvisa i rapinatori di essere in partenza per Venezia. Invece, alla rotatoria dello stadio Picchi, svolta a destra e punta verso il Commissariato della Polizia di Stato di Jesolo.
I tre malviventi se ne accorgono minacciano di nuovo l’autista al quale viene ordinato di reimmettersi verso Venezia.

L’autista cerca di indurli alla ragione e riesce a convincerli a prendere un autobus dall’autostazione ATVO quindi li fa scendere nel parcheggio del Mc Donald.

Quando i tre stanno per scendere c’è una reazione di alcuni passeggeri che cercano di trattenerli. I due balordi marocchini reagiscono e partono pugni e calci di nuovo contro i ragazzi, poi fuggono all’interno del Mc Donald.

L’autista trattiene i giovani che vogliono inseguirli, chiude le porte e ritorna alla discoteca Il Muretto a riprendere i rimanenti passeggeri. Giunto nel parcheggio della discoteca, una volta saliti i tutti i 50 giovani alcuni si accorgono della sparizione di giubbotti e felpe e dei portafogli.

Compreso ciò che era successo prima e che si trattava dell’opera dei tre rapinatori, attuata prima di essere scoperti dall’autista, il gruppo decide di tornare verso il Mc Donald per vedere se è possibile rintracciare il gruppetto. Nel frattempo, l’autista contatta il 113.

Giunto nel parcheggio del Mc Donald, il gruppo sul pullman vede i tre aggressori ed alcuni, i più determinati, scendono e si dirigono verso il terzetto nel tentativo di ottenere la restituzione del maltolto.

I rapinatori questa volta hanno la peggio, i giovani recuperano parte della refurtiva asportata nell’autobus che era contenuta negli zaini dei due balordi e della ragazza ma i malviventi riescono a fuggire e si allontanano verso l’autostazione ATVO.

Al Mc Donald giunge una Volante della Polizia di Jesolo alla quale i giovani indicano la direzione di fuga dei malviventi. I poliziotti raggiungono l’autostazione e trovano tre giovani corrispondenti alla descrizione. La ragazza cerca di disfarsi di un telefonino, di una tessera bancomat e di un foglio che riporta il codice pin. La mossa non sfugge allo sguardo del capopattuglia della volante, che la immobilizza e recupera la refurtiva; la cui rimanenza viene trovata addosso ai due uomini e nei loro zaini.

Sul posto giunge l’autobus con i giovani che riconoscono i loro aggressori. Fra questi c’è anche il giovane rapinato nel parcheggio della discoteca, che indica senza esitazione i tre.

I tre malviventi vengono immobilizzati dai poliziotti e grazie ai rilievi fotosegnaletici emergevano su di loro innumerevoli precedenti.

In particolare su S.R. gravano ben tre arresti per altrettante rapine aggravate commesse negli ultimi 5 anni ed una condanna a 2 anni e 2 mesi per lesioni personali gravi. I poliziotti, sentito anche il parere del pubblico ministero di turno ed essendo trascorso lo stato di flagranza, hanno proceduto alla denuncia a piede libero dei tre balordi moglianesi che sono sottoposti ad indagini per i reati di sequestro di persona e rapina aggravata, furto aggravato in concorso e porto di armi ed oggetti atti ad offendere. La loro posizione è ora al vaglio della Procura della Repubblica di Venezia e potrebbe avere degli sviluppi nei prossimi giorni.

Redazione

[06/05/2014]

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