È morta il 12 agosto scorso a 92 anni, ma dopo tre mesi, dei 40 milioni di euro d’eredità che l’anziana Anna Maria Chiap ha deciso di donare al Patriarcato di Venezia, la Chiesa non si è ancora espressa e ad oggi, non ha deciso se accettarli o meno.
La somma è quantificabile in beni immobili: sedici fabbricati e cinquantasei terreni agricoli (che dovranno rimanere tali, secondo la volontà dell’anziana signora) destinati a poveri e giovani. I lotti sono situati tra le province di Pordenone, Padova e Mantova e in quattro comuni: Padova, due terreni in centro, Caneva (Pn) (paese in cui risiedeva), cinque fabbricati e diciannove terreni, Sacile (Pn), otto fabbricati e ventinove campi e a Volta Mantovana un fabbricato e otto terreni.
Il Patriarcato, secondo la Legge, ha dieci anni di tempo per dire sì e di eredi che possano far reclamo non ve ne sono. L’anziana, nata a Vicenza il 17 novembre 1921 e figlia di proprietari terrieri, era laureata in Scienze Agrarie, sposata e poi vedova, non aveva figli e l’unico fratello è morto anni fa.
«C’è un curatore», afferma don Ugo Cettolin, arciprete parroco di San Tommaso Apostolo a Caneva (Pn) ed affezionato alla donna «il suo nome è Alessandro Dal Canton.» L’uomo, primario del Centro trasfusionale dell’ospedale civile di Conegliano, interpellato ha risposto: «Tutto è pronto ma sono in attesa di ricevere una telefonata dal Patriarcato di Venezia. Il testamento non è stato ancora accettato. Mi è stato indicato il nome di monsignor Dino Pistolato.»
Alice Bianco
[08/11/2013]
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