Altero Matteoli, ex ministro dell’Ambiente e delle Infrastrutture, 74enne toscano di Cecina, ha confermato: «Nei giorni scorsi ho ricevuto notizia di un procedimento che mi vedrebbe coinvolto – ha spiegato Matteoli – Non avendo nulla da nascondere e non avendo mai percepito alcunchè, ho richiesto tramite i miei legali di essere sentito, mi presenterò nei prossimi giorni per chiarire la mia posizione e per fornire ogni chiarimento che mi verrà richiesto».
La procura di Venezia, infatti, aveva già avviato la complessa procedura dell’invio degli atti al tribunale dei ministri, l’organo indicato dalla legge costituzionale per indagare sui reati commessi nell’ambito delle funzioni ministeriali.
Non è noto su quali contestazioni le accuse vengano mosse, ma pare certo che il filone di indagine è collaterale a quelli su Mantovani e Consorzio Venezia Nuova. Ieri sera i suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Consolo e Francesco Compagna, hanno dichiarto: «La procedura prevede che l’ex ministro li possa vedere, ma sono atti coperti dal segreto istruttorio», spiega l’avvocato Compagna. Anche la procura resta super-blindata.
L’ipotesi di reato sarebbe corruzione, sulla base delle indagini su Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani, sul suo braccio destro Nicolò Buson e infine sull’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati.
Sullo sfondo le ipotesi di aver agevolato i finanziamenti al Mose, opera dai costi ingenti (5,5 miliardi di euro) su cui la procura di Venezia intende proprio fare chiarezza.
Redazione
[29/05/2014]
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