Titolo tutto al contrario, quello che svetta imperante all’ingresso del padiglione italiano all’Arsenale di Venezia.
Organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il PaBAAC ed a firma dell’arch. Luca Molinari, “Ailati. Riflessi Dal Futuro ” è il tema prescelto quest’anno, in risposta ad una crisi che coinvolge il Paese e la sua Architettura; riflesso dell’ “Italia” allo specchio, per un modo alternativo di leggere l’architettura contemporanea, attraverso i differenti e complessi fenomeni che l’attraversano; per “catturare i riflessi” della realtà ; per guardare al recente passato, presente e futuro dell’architettura, attraverso un sistema espositivo elaborato dagli studi Salottobuono e Francesco Librizzi. “Ailati.” per ritrovare la capacità di produrre grandi visioni, inedite soluzioni progettuali, sperimentazioni senza più paura del futuro e dei fenomeni che stanno mettendo in crisi anche il settore architettonico.
Milleottocento metri quadri sull’incantato scenario del Giardino delle Vergini, con l’obiettivo di guardare alla realtà attuale, provando a leggere criticamente la condizione in cui siamo immersi, dettando anche un’agenda di temi, problemi e potenzialità che la nostra architettura dovrebbe affrontare.
Tre le grandi aree tematiche che si dividono la scena all’interno del Padiglione:
– Amnesia nel presente. 1990-2010. Storia e critica dell’ultimo ventennio; perché non c’è futuro se non si comprende bene il passato ed il presente;
– Laboratorio Italia. I progetti più rappresentativi in termini di qualità . Una buona architettura di ricerca, con l’aggiunta di un commento audio definito “Voci dal presente”: un racconto orale che presenta dati e cifre dell’attuale condizione del nostro Paese e i suoi problemi.
Dieci le aree tematiche prescelte: Spazi per comunità , Work in progress, Innesti, Progettare solidale, Abitare sotto i 1000 € al mq, Cosa fare dei beni sequestrati alle mafie, Emergenza paesaggio, Nuovi spazi pubblici, Ripensare città , Archetipo/prototipo.
– Italia 2050. Quattordici architetti chiamati a sperimentare nel nostro Paese per gli anni che verranno; sperimentazioni all’interno di un quadro di temi e fenomeni generali, cui l’architettura deve dare risposte; dialogo con Wired, periodico italiano dedicato alle idee e tecnologie che fanno la differenza.
All’interno della sezione uno spazio conferenze e workshop, luogo di riunione che, per tutta la durata della Manifestazione, trasforma il Padiglione Italia nella “Casa dell’Architettura italiana”, di cui sicuramente si è già ampiamente e più volte parlato.
Testo di Luisa Doriana Lombardo