Adriano, grandissimo campione, grandissimo talento brasiliano del calcio. Potenza unita a tecnica. Un potenziale infinito ottenuto per dono divino che ha fatto pensare – sbagliando clamorosamente – che non servisse accompagnarlo nel lato atletico, che non servisse allenarsi, curare il fisico. E così ben presto il talento si è abbandonato alle feste.
Adriano, l’«Imperatore», come veniva chiamato dai tifosi che lo amavano, non poteva andare d’accordo con Adriano Leite Ribeiro, cioè il personaggio nella vita reale. Così l’ex campione di Inter, Fiorentina (poco), Parma (pochino), Roma (pochissimo) e altro, ha continuato la sua strada in salita.
Recentemente era riuscito a tornare sui campi di calcio, era riuscito a segnare il 9 aprile scorso. Ma poi ancora feste (e birra), così dopo due allenamenti saltati e un’alba fatta in discoteca, ma soprattutto subito dopo l’eliminazione della sua squadra dalla coppa Libertadores, gli hanno dato un calcio dove non batte il sole. E pensare che l’ultimo tentativo di risalire la china stava promettendo bene.
Adriano, 32 anni, conclusa la deludente avventura romana, nel marzo del 2012 aveva salutato anche il Corinthians per passare al Flamengo, dove non ha mai giocato. Ha allora cocciutamente cercato il rilancio nell’Atletico Paranaense, la squadra di Curitiba, nello stato di Paraná, conosciuta come Furacão. Il club che è stato campione brasiliano nel 2001 e vice-campione della Coppa Libertadores 2005. Abbandonati gli stipendi milionari Adriano, pur di ritrovare il pallone, a dicembre aveva firmato un contratto da 32 mila euro al mese più alloggio e si è rimesso a sudare. E a dieta.
L’Atletico Paranaense ieri ha emesso un comunicato: «Adriano Leite Ribeiro non fa più parte dei quadri societari». E poi: «Buona fortuna ad Adriano per i suoi progetti futuri».
Redazione
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