Bisognerà aspettare il raddoppio dei pontili, il riordino di barche da trasporto, gondole, motoscafi e l’estromissione di Alilaguna e vaporetto dell’ arte prima di avere una linea unica che accorpi i vaporetti numero 1 e 2 dell’Actv.
Questo è quello che ha spiegato ieri davanti alla Commissione Trasporti della Municipalità di Venezia, Murano e Burano, ad Actv Giovanni Seno: «Io credo che la vera sfida ora sia tornare alla regolarità del servizio». Si creerà una linea unica e un’altra, veloce, tra Rialto e Piazzale Roma, dedicata a tutti coloro che possiedono l’Imob (o quella che poi sarà la nuova carta servizi “Venezia unica”).
E sulle polemiche dei lavoratori riguardo ai tagli sulle linee, Seno spiega che non è spettato ad Actv prendere le decisioni, ma alla Provincia che ha deciso di ridurre, tagliando ad esempio su i bus extraurbani, per recuperare la perdita di 6 milioni di euro.
Ed è partendo proprio da qui che si apre una ferita aperta fatta di numeri e perdite. Il trasporto via terra ha, infatti, perso 22 milioni di euro, bilanciato, in parte, dai + 5 milioni guadagnati dai vaporetti grazie all’arrivo dei turisti nella città lagunare. «Se vogliamo che (Actv) resti un’azienda veneziana – dichiara Seno – dobbiamo risolvere il problema, il sindaco mi ha chiesto di salvarla».
Non ci sta il sindacalista di Usb Giampietro Antonini che sbotta: «Allora che fallisca, vediamo se i privati sapranno fare meglio».
Il tutto mentre sta per entrare in vigore (giovedì 12 settembre, con l’inizio delle scuole) l’orario invernale che vede malcontenti non solo da parte di chi nell’azienda ci lavora, ma anche di chi ne usufruisce: i passeggeri.
Dopo continue corse soppresse e lamentele cadute nel vuoto, l’ utenza pensa di passare all’azione con il lancio dell’idea, nata su Facebook, dello sciopero dell’abbonato. Una protesta questa per ora solo minacciata e che aspetta l’esito della petizione che conta già 3000 firme e chiede “il ripristino dei servizi Actv, il rispetto degli orari, garanzia della presenza delle linee e rispetto del cittadino abbonato e/o provvisto di biglietto».
Quello che i rappresentanti dei pendolari chiedono è che sia loro garantito un servizio che pagano, pur comprendendo che i lavoratori debbano rispettare certi limiti di sicurezza. «La nostra è una mobilitazione – spiega Fabio Prizzon, uno degli ideatori dell’iniziativa – nata in centro storico dopo che ci eravamo stancati di non trovare mai posto sui vaporetti pieni o per le corse saltate. La pagina Facebook ora coinvolge anche quanti vivono nelle isole e al Lido e sono penalizzati o viaggiano sui bus strapieni di gente a Mestre. Consegneremo le firme al sindaco chiedendogli di intervenire, visto che è il Comune a decidere».
Sara Prian
10/09/2013