Vetrine con grandi fiocchi neri o listate a lutto, come in via Zabarella e piazza della Frutta. Cartelli avvisano che si tratta di una «Giornata di lutto preventivo».
Dietro i banconi dei negozi del centro storico di Padova commessi e titolari vestiti di nero, o almeno con qualcosa di scuro addosso. Si tratta dell’originale protesta contro «tasse altissime, astruse, vessatorie e per giunta nemmeno chiare», inscenata dall’Ascom ieri.
«Non è possibile che una rivendita di frutta e verdura di 35 metri quadri paghi 980 euro solo di asporto rifiuti — denuncia Federico Barbierato, direttore dell’associazione — è un secondo affitto. Ma soprattutto è un modo per far morire il commercio. Noi abbiamo scelto di non accettare in silenzio ma di contestare apertamente, coinvolgendo i consumatori, un sistema impositivo farraginoso, confuso, penalizzante e, proprio perché colpisce a macchia di leopardo, anche profondamente ingiusto».
Padova è città dove gli esercizi pubblici stanno venendo decimati: nel 2013 la crisi, unita ad affitti esorbitanti e a imposte ritenute insostenibili dalla categoria, ne ha chiusi due al giorno.
«Morire di tasse» sarà il tema della manifestazione nazionale della piccola impresa programmata a Roma il prossimo 18 febbraio. «Dal Veneto partiranno molti pullman, per portare nella capitale rappresentanti del commercio, del turismo e dei servizi — rivela Barbierato — solo noi, da Padova, ne stiamo organizzando diversi. Il nostro è un no alle vessazioni di un Fisco che non riesce a recuperare le tasse dai grandi evasori ma è solerte nell’inseguire i poveri cristi».
Redazione
[25/01/2014]
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