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25 aprile, di nuovo città al collasso per troppi turisti a Venezia

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troppi turisti a Venezia

Ormai non c’è più bisogno di controprove: se a piedi è sempre possibile cercare calli e percorsi alternativi, sbuffando perchè non si riesce a camminare, ma almeno ci si avvicina alla meta, Venezia collassa in uno dei suoi servizi primari in occasioni particolari di afflusso turistico: il trasporto pubblico non regge l’impatto.

Vaporetti stracolmi, corse saltate o in ritardo, code agli imbarcaderi, impossibile anche andare a piedi per non rimanere imbottigliati in una compenetrazione di corpi che sfugge alla fisica.
E’ vero che Pasquetta non aveva registrato grossi problemi, ma è stato soprattutto a causa del tempo: freddo e pioggia estemporanea avevano limitato l’assalto. Per il ponte del 25 aprile, però, il sistema ha crashato di nuovo: il giorno 25 aprile, di nuovo città al collasso per troppi turisti a Venezia.

Migliaia e migliaia di persone hanno raggiunto la laguna per una gita tra monumenti e musei, rigorosamente con panini e acqua nello zaino. Secondo le prime stime, ieri c’erano almeno 50 mila turisti in città e quasi tutti hanno preso prima o poi almeno un vaporetto. Ed ora non si capisce perchè nessuno si voglia porre la domanda: il sistema di trasporti cittadino, la rete di mezzi, è in grado di sopportare l’improvviso arrivo di 50.000 utenti? Soprattutto, poi, visto che si concentra in determinati orari.

I veneziani che dovevano andare al lavoro, tornare a casa, ma anche andare a comprare qualcosa, si sono imbattuti tutti contro fiumane di persone spesso sbracate che si sono impossessati delle vie cittadine e che sovente, anche alla sola richiesta di passare (“scusi, permesso…”) hanno sbottato infastiditi.
Per non parlare dei battelli, appunto, dove – ci vengono segnalati – bambini in piedi nei sedili per guardare fuori dal finestrino, oppure – peggio – zaini che occupavano anche i posti riservati alle persone anziane o alle signore incinta. E la lite sorge spontanea.

E’ giusto così? E’ questa l’immagine che vogliamo dare della città e dei suoi abitanti?

Qualcuno la domanda se la deve cominciare a porre visto che in rete, Twitter e Facebook, si moltiplicano proteste con tanto di fotografie scattate in vaporetto o sui pontili. E le proteste si stanno organizzando.

Paolo Pradolin

[26/04/2014]

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