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25 ANNI PERSI | Il conto, salato e amaro, lo pagano i cittadini del Nord

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Venticinque anni persi, secondo Ignazio Visco governatore di Bankitalia, ma ben prima di lui Luca Ricolfi aveva individuato con estremo raziocinio i mali del nostro sistema che possiamo sintetizzare bene in un numero oggi aggiornato: 95 miliardi di €. tanto è il residuo fiscale del Nord, cioè la differenza tra quanto famiglie e imprese versano all’erario e quanto ricevono in spese, servizi, investimenti dalla Pubblica amministrazione. Confrontando le Entrate Complessive Regionalizzate, fiscali e contributive, e le Spese Complessive Regionalizzate, escludendo quelle per Interessi, con atti ufficiali della Ragioneria generale dello stato e dell’Istat, scopriamo che il disavanzo tra quantoversiamo e ciò che riceviamo rappresenta in Veneto circa il 10 del nostro Pil. Per capire la portata di queste cifre basti pensare che la Germania, complessivamente, vede un residuo complessivo del 2 per cento rispetto al Pil, cioè cinque volte di meno del Veneto.

In Veneto, dati ufficiali alla mano, ogni cittadino paga in più di quanto non riceva circa 3.018 € all’anno, il che vuole dire, per capirci, che una famiglia media veneta di quattro persone paga spese condominiali per abitare nel condominio Italia, pari a circa 1.006 € al mese; in Calabria, invece, un cittadino riceve dalla Pubblica amministrazione in più rispetto a quello che paga circa 4.445 € il che vuol dire che una famiglia calabrese viene pagata circa 1.481,66 € al mese per abitare nel condominio Italia: i 25 anni di mancate riforme denunciate dal governatore di Bankitalia stanno in queste cifre, che dimostrano, come aveva già  spiegato Ricolfi, che la maggior parte del Paese non ha alcun interesse a cambiare quello scenario che le ha permesso di vivere largamente al di sopra dei propri mezzi, mentre una vasta area del ceto politico, di destra e di sinistra, non ha alcun vantaggio nel a razionalizzare la spesa, abbattere clientele e favoritismi, perché ciò significherebbe segare il ramo su cui si è seduti. Difficile fare riforme se ciò significa distruggere quelle sacche parassitarie che son sacchi di voti. Ricordate gli esordi del governo Monti con le liberalizzazioni? Non si riuscì nemmeno a liberalizzare il mercato dei taxi: questa è l’Italia di piccole e grandi corporazioni, falsi invalidi e privilegiati vari.

Il risultato è drammatico: nel Nord Italia circa un milione e 88 mila persone, dai 15 anni in su, sono in cerca di un impiego: nel primo trimestre del 2007 erano 427 mila; in Veneto nel primo trimestre di quest’anno il dato è schizzato all’8,6 per cento, con la disoccupazione femminile salita al 10,4 e quella maschile al 7.2. Il tutto mentre gli stessi cittadini Veneti paga cash all’anno all’erario il 10 per cento del loro PIL e l’intero Settentrione versa qualcosa come 95 miliardi di €.; conti salatissimi, in termini di esborso, amarissimi nei numeri della disoccupazione, pagati dai cittadini del Nord.

Roberto ciambetti

[02/06/2013]


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