Lotta contro l’accattonaggio. Il coordinamento veneto si allarga: nel patto per la sicurezza metropolitana che vede già uniti i sindaci di Padova, Treviso, Venezia, entra anche Vicenza.
I quattro capoluoghi veneti dichiarano guerra all’accattonaggio e al racket delle persone che lo sfruttano, mandando uomini, donne e a volte bambini lungo le strade delle città per chiedere l’elemosina.
Saranno così istituite banche dati con informazioni raccolte dalle polizie locali per una specie di «censimento» degli accattoni. Si sta studiano, inoltre, l’introduzione di un decreto penale di allontanamento dall’Italia, oltre ad una legge che introduca il reato penale di sfruttamento dell’accattonaggio.
Il fenomeno è in continua crescita, dovuto sì alle difficoltà economiche di molte famiglie ma anche e soprattutto a vere e proprie organizzazioni ben dislocate sul territorio.
Ieri mattina a Treviso hanno dato avvio al coordinamento il locale vicesindaco e assessore alla Sicurezza Roberto Grigoletto, e l’assessore alla Casa di Padova, Giovanni Battista Di Masi. Vicenza si aggiungerà in seguito.
Il foglio di via obbligatorio, o per casi più gravi il decreto di allontanamento dal territorio italiano, però, non convince tutti: se Padova e Treviso scelgono la linea dura, e anche Vicenza si è distinta negli anni per il pugno di ferro contro l’accattonaggio, Venezia vorrebbe mantenere una posizione più morbida. Anzi, il vicesindaco Simionato ha dei dubbi sull’efficacia di questi provvedimenti: «Non è detto che l’allontanamento sia efficace, veniamo da esperienze diverse con risultati differenti, sia positivi che negativi».
Paolo Pradolin
[20/03/2014]
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