Si fa strada in governo l’abolizione del reato di clandestinità e il varo di un decreto legislativo sul diritto di asilo grazie a un emendamento del Movimento 5 Stelle.
Si tratta di un cambio di fronte radicale sull’attuale politica sull’immigrazione definita nella legge Bossi-Fini.
Il provvedimento, che vede la luce sull’onda dell’emotività creatasi dalla tragedia di Lampedusa, crea polemiche per il parere favorevole dell’esecutivo che avrebbe già ottenuto, annunciato dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri.
L’emendamento dei 5Stelle è votato anche da Pd, Sel e Sc e prevede la depenalizzazione del reato di clandestinità. «La sanzione penale appare sproporzionata e ingiustificata – ha spiegato Ferri – E quella penale pecuniaria è di fatto ineseguibile, considerato che i migranti sono privi di qualsiasi bene».
Si ribella la Lega, impegnata per anni a rallentare gli sbarchi irregolari e le altre forme di clandestinità nel Paese: «L’abolizione del reato di clandestinità è una vergogna», votando «no» assieme al Pdl.
Intanto, comunque, nel Consiglio dei ministri, veniva approvata la mini-rivoluzione del diritto di asilo. Una norma che attua una direttiva del Parlamento europeo (per il cui mancato recepimento a luglio era stata aperta una procedura d’infrazione contro l’Italia) e prevede che venga rilasciato il permesso di soggiorno di lungo periodo «alle medesime condizioni previste per i cittadini stranieri» anche al «rifugiato e al titolare di protezione sussidiaria» che finora ne erano esclusi.
Il provvedimento è stato accompagnato dallo stanziamento da parte del Consiglio dei ministri di 190 milioni per l’immigrazione a cui se ne aggiungono 20 per i minori non accompagnati.
Paolo Pradolin
[10/10/2013]
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