Giornata del Festival che comincia decisamente bene ma finisce nel disastro più completo. Il primo film in programma oggi è "Il cattivo tenente" del maestro Wargner Herzog, con Nicolas Cage ed Eva Mendes bella ma mal vestita (un rosso pacchiano) al suo arrivo al Lido.Herzog torna alla mostra di Venezia con il remake di "Cattivo tenente" di Abel Ferrara.
Il primo pensiero riguardo il film è stato lo sconforto, come era possibile infatti che anche un grande cineasta entrasse nel triste meccanismo dei remake?
Un "virus" che da troppi anni a questa parte sta colpendo il cinema; in particolar modo quello americano.
Eppure dopo la visione della pellicola ci si rende conto che con il lavoro di Ferrara questo tenente ha poco in comune.
Certo, resta la vicenda di fondo, un poliziotto tossicodipendente e corruttibile ma l’interpretazione di Nicolas Cage rende il personaggio decisamene più ironico.
Vittima di dolori alla schiena dopo un incidente per il salvataggio di un detenuto post uragano Katrina, il poliziotto Terence McDonagh ottiene la promozione a tenente ma diviene anche dipendente da antidolorifici e cocaina.
Il suo stato di drogato, però, non gli impedirà di tovare gli assassini di una famiglia sterminata e di debellare il traffico della droga.
Un film quello di Herzog, che alza certamente la media in un festival decisamente medioche. Almeno fino a questo momento.
A seguire torna anche Shinya Tsukamoto con il personaggio che lo ha fatto apprezzare e fatto diventare autore di culto in tutto il mondo: "Tetsuo – Ironman"
.Ecco quindi che il cineasta giapponese accompagna lo spettatore in un delirante viaggio attraverso la trasformazione e vendetta del protagonista.
Il terzo capitolo della saga risulta però profondamente diverso dai suoi predecessori; perde il caratteristico bianco e nero disturbante e gli effetti speciali a "passo uno". Resta la trama delirio-punk.
Anthony è un uomo d'affari statunitense che vive a Tokyo, la sua vita felice con la moglie Yuriko e Tom, il figlio di tre anni, vira all’improvviso verso l’oblio. Un giorno infatti il bambino viene ucciso da un uomo misterioso e scopre che il padre ha lavorato ad esperimenti segretissimi con il governo Usa. Esperimenti che lo toccano da molto, molto vicino.
Il film probabilmente piacerà solamente ai fans della saga perché la sua visione è assai difficile anchè se mancano proprio quegli elementi che lo hanno reso un cult.
Nel pomeriggio però avviene il disastro della mostra, un film che mi ha fatto esclamare "No dico, ma stiamo scherzando? Ma il Festival del Cinema di Venezia è una competizione cinefila o cinofila?"
Nella sezione "orizzonti" infatti è stato proiettato "Pepperminta", danese che può essere definito tutto tranne che cinema.
Un delirio che immediatamente ho definito una Pippi Calzelunghe fatta di lsd!".
La nostra eroina, Pepperminta per l’appunto è una ragazza che decide di avventurarsi per il mondo, accompagnata da due ragazzi con l’intento di dare colore al mondo.
Tra scene deliranti in stop-motion, vaneggi senza senso sulle proprietà dei colori e inutili oscenità fatte di sangue mestruale, il film si trascina verso un finale che ben pochi spettatori hanno potuto "gustarsi", dato il fuggi fuggi generale fin dai primi minuti di proiezione.
Insomma il peggior film della mostra è stato finalmente presentato, certo ci si domanda in tali occasioni quali siano i criteri di scelta per le pellicole in concorso.
Mattia Cagalli
04 settembre
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