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Si inaugura la 66esima Mostra del cinema di Venezia e dopo la cerimonia di apertura è stato presentato il nuovo kolossal di Giuseppe Tornatore "Baarìa", che torna quindi da concorrente al Festival.

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Per quanto riguarda la pellicola di Tornatore, il film ha diviso decisamente pubblico e critica: chi lo incensa a capolavoro e chi lo ha trovato buono per una soap televisiva (suddivisa in diversi episodi data la lunghezza, ben 150 minuti).
Tra i sostenitori il ministro Bondi e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che non manca di ricordare il grande sforzo economico di Medusa e Mediaset per la produzione.

Certo il film è decisamente una grandissima produzionne che annovera tantissimi volti noti del cinema nostrano, (anche nei piccoli ruoli) e vanta la musica del maestro Morricone che bene si sposa alla consueta capacità  tecnica del regista siciliano. Però, alla fine, la pesantezza si fa sentire.

lamoreebasta.jpg Deludono invece in maniera pesante altri due film italiani in concorso: "L’amore e basta" di Stefano Consiglio, che racchiude nell’ora e un quarto di proiezione la pretesa di mostrare l’amore come un sentimento universale, senza confini territoriali, di genere o di sesso. Nove coppie omosessuali raccontano infatti le loro esperienze tra Italia, Germania, Francia e Spagna.
Purtroppo il film non colpisce il segno, anzi risulta assolutamente superfluo e banale, riducendosi ad una semplice rassegna di interviste in cui gay e lesbiche che raccontano la propria vita di coppia e della loro visione dell’amore.

Il problema di tale operazione è che non sa raccontare o far riflettere su nulla di nuovo. Risulta solo un ammasso di opinioni di persone comuni che rispondono alle domande poste dal regista che vanno a toccare il tema in modo alquanto superficiale.

A che cosa serve quindi? Cosa può portare tale operazione al mondo omosessuale ed etero? Nulla.
Si rischia invece di renderli diversi, perchè dedicare un film solo alle loro opinioni, distaccandole da quelle di coppie etero e non mescolandole insieme, è già  una diversificazione.
Gay e etero insieme, forse così si sarebbe sottolineato che l’amore è uno, unico e basta.

Altra delusione proviene da "Ombre Rosse" di Citto Maselli la cui pellicola narra le vicende di intellettuali di sinistra che portano avanti l’idea dei centri sociali come luoghi per una cultura innovativa. leombrerosse.jpg

Lagrande sorpresa della prima giornata è invece "Metropia" di Tarik Saleh con Alexander Skarsgà¥rd, Stellan Skarsgà¥rd, Juliette Lewis, Vincent Gallo e Udo Kier.

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Una produzione svedese, in collaborazione con Danimarca e Norvegia.
Il film narra in forma di cartone animato realizzato a computer, la storia di Roger. Un timido impiegato che scopre in una Europa del futuro (2024) che la propria vita, è completamente controllata; anche attraverso l’uso dello shampoo!
La crisi energetica ha infatti sconvolto la vita del vecchio continente, costringendo le autorità  a realizzare una unica rete metropolitana per collegare l’intera Europa. È proprio all’interno dei tunnel della Metrò che il protagonista Roger comincia a sentire la voce nella sua testa; una voce che insieme alla misteriosa Nina lo spingeranno a sfidare la misteriosa cospirazione e il controllo delle autorità  sulle menti delle genti.
Benchè la vicenda possa non apparire originalissima (si possono infatti riconoscere varie fonti di ispirazione, tra cui 1984 di Orwell su tutte), la tecnica utilizzata, l’ottima atmosfera dark con colori desaturati e una sceneggiatura molto intelligente, fanno di questo Metropia un ottimo prodotto, forse destinato a una ristretta cerchia di spettatori cinefili.

Torna anche l’horror di quell’ottimo Juame Balaguerò che in compagnia di Paco Plaza riprende le vicende di "Rec" laddove, le aveva esattamente lasciate.

rec2.jpg Continuare in modo credibile (anche giustificando nuovamente la tecnica di ripresa in prima persona) non era impresa facile. Eppure l’operazione è riuscita con discreta qualità .
Il film riprende esattamente da dove di era concluso il primo episodio, infatti questa volta il punto di vista è quello della squadra di soccorso che entra nel palazzo, immediatamente dopo il contagio.

Ottima la novità  di introdurre diversi punti di vista, attraverso le videocamere piazzate sugli elmetti degli agenti di polizia, oltre quella d
ell’operatore ingaggiato per "documentare" l’operazione di salvataggio.

Il film quindi scorre molto bene per la sua ora e mezza e benchè lo stile collaudato di Balaguerò fatto di rumori d’ambiente molto forti e spaventi improvvisi sia presente anche qui (quindi nessuna grande novità  da questo punto di vista) REC2 è decisamente da segnalare.

                                                                                                                                   Mattia Cagalli  staff_mattia1.jpg

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