[15/11] Ci risiamo, l’incontro con il ministro alla funzione pubblica e innovazione Renato Brunetta è diventato una “vetrina” per i soliti “noti”. Non è vero, come sostiene uno dei leader dei contestatori, che “in Italia la contestazione civile non è permessa”, dipende come e con quali mezzi si vuole contestare.
E’ chiaro che se l’entrata nel palazzo che ospita un’istituzione avviene con spintoni alla polizia, e poi da fuori si sentono insulti contro un ministro, allora sul termine contestare possiamo davvero aprire un dibattito.Evidentemente a queste persone il dialogo ed il confronto pacato interessa ben poco, non li rende abbastanza protagonisti o vittime del sistema. E’ l’idea di libertà in gioco: la mia libertà è tale quando rispetta e consente quella dell’altro, le urla e le minacce aggressive impediscono invece il confronto e l’ascolto delle opinioni altrui.
Ciò che mi addolora è anche, oltre alla ricerca plateale di attenzione a discapito di un confronto democratico nelle sedi opportune, che è sempre stato garantito, il danno fisico causato al portone di Ca’ Corner, sede della Provincia e della Prefettura, con graffiti offensivi che ci hanno obbligato a sostenere un costo aggiuntivo, utilizzando risorse destinate ai servizi per rimediare ad un atto vandalico.
Questi sono i comportamenti dei giovani dei centri sociali che si dichiarano a parole non violenti. A loro chiedo di fare un serio esame di coscienza.
E vorrei ringraziare di cuore le forze dell’ordine che si sono prodigate, anche rischiando la propria sicurezza e incolumità , per garantire il corretto svolgimento del nostro consiglio straordinario.
*Presidente della Provincia di Venezia