La Babysitter Perfetta – Non riuscirete ad abbandonare le pagine

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Di thriller nella mia vita di lettrice ne ho letti tantissimi. Come già vi raccontavo, per me l’estate è sempre stata il periodo in cui ne ho divorati di più. Sotto l’ombrellone, le versioni pocket dei romanzi che erano usciti durante l’inverno erano un must. Ma niente, fino ad ora, mi aveva angosciato e legato alle pagine come La Babysitter Perfetta di Sheryl Browne, edito da Garzanti.

Quando si è un’artista e un poliziotto, riuscire a gestire due bambine piccole diventa una vera sfida. Ecco perché quando, un po’ per caso, nella vita di Mel e Mark entra Jade e si propone di far da babysitter, sembra un angelo caduto dal cielo per salvarli. Ma all’improvviso in casa cominciano a succedere cose strane: le bambine non sembrano più così al sicuro e Melissa ha sensazioni che non riesce a spiegarsi. Si tratta solo di piccoli dettagli, non ha alcuna prova ma sente che qualcosa non va. Decide allora di parlarne con il marito, che però non le crede: forse è solo la stanchezza per i troppi impegni, o lo spettro della depressione. Jade è l’unica che le sta vicino, l’unica che la ascolta e, giorno dopo giorno, Melissa si convince sempre di più che Jade sia stata una scelta fortunata. È davvero perfetta. Forse anche troppo. Eppure Melissa sta per scoprire che ogni perfezione nasconde una macchia, un neo, una sbavatura. Che ogni persona, anche la più gentile e altruista, ha un passato alle spalle, una cicatrice, un brutto ricordo. Che si possono proteggere le persone amate, ma non per sempre. Anche se sono i propri figli.

Un thriller che non è il solito thriller, perché questo romanzo non solo intrattiene (e lo fa bene, perché vi assicuro che non riuscirete a staccarvi dalle pagine), ma fa anche riflettere sull’elaborazione del lutto e su quanto possano essere fragili le dinamiche famigliari. Un libro come questo è in grado di catturare il lettore dopo poche righe e non lasciarlo più.

Ti ritrovi a voler gridare ai personaggi, a voler entrare in quell’incubo ad occhi aperti per volerli scuotere e dire “Ma perché non ti accorgi di quello che sta facendo??? E tu saresti un poliziotto?!?!”. A mente lucida, però, capisci l’intelligenza di Browne nel ritrarre un personaggio come l’ispettore Mark e la sua psicologia che pur essendo un detective, quando è lui stesso protagonista non riesce a vedere gli indizi che gli si parano davanti.

I personaggi creati dal’autrice hanno uno spessore psicologico che è sempre più raro trovare in libri del genere e che permettono una comprensione più profonda delle tematiche trattate. I gridi di aiuto silenziosi che non vengono sentiti, possono diventare echi sempre più distruttivi fino a che è troppo tardi, ma anche che come esseri umani fatichiamo a fidarci completamente di chiunque e finiamo per dubitare anche di chi amiamo davvero.

Browne ci mette, come lettori, davanti alle nostre paure più grandi e le alimenta come un fuoco che non smette mai di ardere pagina dopo pagina e ci sentiamo inermi davanti a quello che accade, con il bisogno di guardarci continuamente le spalle. L’autrice sembra sussurrarci: non fidatevi mai di nessuno, ma se guardiamo il racconto con occhio di un lettore onnisciente, capiamo che di qualcuno possiamo e dobbiamo fidarci, che non dobbiamo mai fermarci alla superficie delle cose tirando immediatamente le conclusioni.

La Babysitter Perfetta è uno di quei libri che ti lasciando dentro quell’angoscia che fatica ad andarsene, ma che ti fanno sentire anche soddisfatto di un racconto così ben scritto e stratificato.

Sara Prian
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