Zaia nel consueto punto stampa: “Con questi tamponi a marzo avremo avuto il doppio dei casi”.
Questo il pensiero del presidente della Regione Veneto: “Stiamo crescendo, ma non come accadeva a marzo, se avessi fatto lo stesso di numero di tamponi di oggi, circa 30mila ogni 24 ore, a marzo avremmo trovato il doppio di positivi, non i 3.800 di oggi, ma il doppio, oltre 6.000”.
La precisazione del governatore oggi a “spiegazione” dell’andamento del virus in Veneto.
“Abbiamo numeri importanti – ha aggiunto – ma troviamo più positivi perché facciamo molti più tamponi di prima”. “Stiamo andando verso la metà di questo ‘percorso’ – ha detto Zaia, spiegando il nuovo aumento della curva – Nei prossimi giorni avremo ancora una fase di ascesa, prima di raggiungere il culmine”.
Il presidente ha poi risposto su eventuali nuovi provvedimenti in vista: “In Veneto non abbiamo in animo
di mettere nuove restrizioni, pensiamo che siano sufficienti quelle attualmente in corso”. Il presidente è convinto che, sotto il profilo sanitario, il sistema ospedaliero regionale stia tenendo.
Il problema vero, ha invece sottolineato, “sono i pronto soccorso, dove il numero degli accessi è il doppio, da ottobre, rispetto a quello della prima ondata Covid, dal 21 febbraio in poi. Chiediamo ai cittadini di evitare al massimo l’accesso ai pronto soccorso, lo si faccia solo in caso di necessità”.
Prima del Covid, ha ricordato Zaia, la media degli accessi nei pronto soccorso del Veneto era circa 4.500 al giorno. “Con il lockdown però – ha spiegato – eravamo scesi a circa 1.200. Oggi da ottobre,
questi numeri sono più che raddoppiati, circa 2.500-3.000 al giorno”.
“E il 70% delle persone che arrivano al 118 – ha sottolineato Zaia – poi va a casa, senza ricovero. Certo, va capito che c’è un problema di psicosi nella gente dovuto al virus, ma se intercettassimo queste persone sul territorio, prima di farle arrivare ai pronto soccorso, sarebbe utile”.
(articolo: coronavirus/covid, zaia, 071120)