Verbo caro a raffinati pensatori che affidano alla mente e alla sua razionalità la ricerca del giusto e del vero.
Oggi Discernere ha ripreso vigore dal suo ingresso nel recente Sinodo, proprio per volontà di papa Francesco, instancabile pastore del benefico rigore, che ha invitato a distinguere, comprendere, differenziare, prima di giudicare.
Senza questo passaggio selezionato su questo verbo “ritrovato”, ci invade una coltre di nebbia, che fa sbagliare giudizio, che non ci fa ritrovare la strada di casa. E mentre ci perdiamo, ci abbandona anche la nostra umanità.
Discernere: Ecco Dante: “Oscura e profonda era (la valle) e nebulosa tanto che… io non discernea alcuna cosa”.
E Ugo Foscolo: “L’errante fantasia mi porta a discernere il vero”.
E noi a discernere il bene dal male, il falso dal vero, per vedere chiaro con la vista e con l’intelletto, anche quando tutto è buio, sapendo che solo la nostra fatica di scorgere, individuare può evitarci errori imperdonabili.
Andreina Corso