Percepire, sentire fortemente ogni segnale, ogni l’atmosfera che ci invade, se pur delicatamente, ricevere una sensazione corporea che investe le nostre emozioni e chiama in causa la nostra umanità.
Sentire un pericolo, una minaccia, un’imminente violazione.
Annusare l’odore di una bufera possibile, adattare il battito del nostro cuore a qualcosa che sta nell’aria, che c’è e non c’è, che incombe quando riguarda un pericolo e che solleva se appartiene alla speranza.
E’ come un raggio di sole che tenta di uscire da una nuvola nera, il nostro personale percepire. Una facoltà sensoriale che attende conferma e che lascia in sospeso le domande che ci interrogano “dentro”.
E che ci avverte che il mutamento sta nell’attimo dell’attesa.
Si dice che la percezione appartenga agli esseri umani più sensibili e capaci di interpretare le emozioni proprie ed altrui, come gli artisti, ad esempio; ma si potrebbe anche ritenere che in realtà siamo tutti invasi e contagiati dagli eventi che la vita ci offre ogni giorno.
Eventi e sentimenti che sono gioia e dolore e che fanno della nostra esistenza, l’unica a disposizione. Impossibile non percepirne il valore.
Andreina Corso
28/05/2015
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