Con oggi caro Verbo non insisto con la coniugazione in ere, mi pare giusto così.
Domani comincerò con quella in ire e così proveremo a correre su nuovi prati.
Credo sia bene imparare a non insistere più del dovuto, la saggezza insegna.
E’ anche vero che insistere in ciò che crediamo può essere una qualità, ma non sempre c’è corrispondenza fra ciò che si pensa e si vuole e i desideri degli altri.
A volte gli intervalli sono necessari, alimentano l’autocritica e rinnovano le percezioni.
L’affezione alla Parola può sembrare un lusso di questi tempi. Tanti sono i problemi che ci riguardano e può capitare di sentire la parola estranea alla nostra vita.
Di non aver più voglia di indagare.
Si sa però che i pensieri volano e in fondo ci sono fedeli, inducendoci a non desistere e a non arrendersi al silenzio.
Andreina Corso
30/04/2015
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