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Voce del Verbo di oggi: Uccidere. 2a coniugazione, Modo infinito

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uomo morto in mare LARGE

Uccidere; un suono sinistro trafigge il nostro animo che pur abituato tristemente agli orrori che ogni giorno deve affrontare, scoppia quando comprende che il picco delle violenze e delle atrocità si fa sempre più alto e minaccioso.
Cosa spinge un uomo che si professa musulmano a picchiare e poi ammazzare un altro uomo di fede cristiana. Cos’è quel gesto folle di gettare in mare vite umane che in tutto e per tutto assomigliano allo stesso uomo omicida?

Non è certo la fede la sola responsabile di questa immane inciviltà, di questo degrado impietoso, anche se il fanatismo, l’intolleranza sono ingredienti di questo pasto amaro.
Si è ormai determinato un crudele e cieco fanatismo che esula da qualsivoglia barlume di ragionevolezza, di misura. La disperazione è diventata orrore. Teste decapitate, attentati, lo spregio della vita umana ci mostrano un mondo di povertà materiale e spirituale senza limiti, dove vita, morte e violenza si confondono come fossero la stessa cosa. Sullo sfondo la povertà, la fame, le guerre, le armi sempre più sofisticate, devastazioni di città e di popoli, esodi, le terre da sfruttare, le miniere, il petrolio. E l’economia come ricatto e cappio per gli ultimi del mondo.

“Se questo è un uomo…” per citare Primo Levi che attraverso quell’invocazione ha interrogato l’uomo di ogni secolo e di ogni dove. Lo ha esortato a non uccidere, a non umiliare, a non demolire l’altro e se stesso. A difendere una democrazia che oggi appare atona.
Eppure i governi di ogni Paese potrebbero e dovrebbero mettere in campo tutti gli strumenti possibili favorevoli ad una riappacificazione fra i popoli, a vantaggio proprio delle popolazioni che inerti subiscono violenza.
A uccidere sono spesso le armi. Perché una comunità internazionale non riesce a frenare questo traffico? E quanto altro potrebbe fare in tema di diritti?

Sarebbe ben triste abituarsi, come già in parte stiamo facendo ad inghiottire tutti i giorni le tante e svariate forme del verbo uccidere. Temiamo che l’abitudine all’orrore ci tolga quella parte di noi che si sa ancora indignare e che a poco a poco diventi indifferenza.

Andreina Corso

18/04/2015

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Mi pare che qui non c’entri essere cattolici o altro, c’entra la follia che ogni giorno i fatti di cronaca ci trasmettono.
    Penso a quell’insegnante che non sa cosa dire ai bambini. La capisco e anche provo pena per gli insegnanti che devono cercare di spiegare cose tremende.

  2. Da sempre sappiamo che la violenza purtroppo fa parte della vita, ma adesso anch’io non sono più capace di capire, di pensare, è troppo grande questo odio, so che non ci posso fare niente e ho paura che anche le leggi non riescano a fermare questa spirale di violenza.
    Cosa faranno i giovani, le generazioni future?

  3. Sono un’insegnante che non sa come spiegare ai suoi allievi quel che succede. Mi fanno domande alle quali non so rispondere. Come faccio a spiegare la brutalità, mi chiedono di chi è la colpa e in giardino quando litigano dicono, guarda che ti taglio la testa. Stiamo mostrando ai bambini questo brutto mondo ed è triste.

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