Voce del Verbo
Penare
Prima coniugazione Modo infinito
“Dei delitti e delle pene”. Due secoli fa Cesare Beccaria, il filosofo della morale e della politica, come egli stesso si è definito, si interrogava sulla funzione della pena.
Già scriveva della necessità di umanizzare la detenzione per stabilire un patto di civiltà capace di ricostruire la vita di una persona carcerata.
E’ il testo più conosciuto dell’illuminismo italiano, lo scrisse che aveva appena venticinque anni e già era contro ogni repressione, le torture, la pena di morte.
Riconosceva all’uomo il diritto e dovere di riabilitazione e tanti furono i pensatori dei secoli successivi che si sono ispirati ai suoi scritti.
“Penare”, in quanto pena, in quanto sofferenza.
La carcerazione e il suo penare.
Oggi più che mai attuale guardando l’inciviltà delle nostre carceri dove vivono uomini e donne stipati come sardine in celle che nulla potranno influire per migliorare la vita e le aspirazioni dei “ristretti”.
Per non parlare dei bambini in carcere, a penare il frutto immaturo e rancido di leggi incompatibili con la dignità umana.
A Cesare Beccaria il nostro grazie e il rammarico di secoli trascorsi a consumare vite, esistenze e famiglie in nome di quella parola che chiamiamo giustizia.
Andreina Corso
27/09/2014
Riproduzione vietata
durar fatica a vivere ; darsi pena nel veder soffrire chi é in difficoltà estreme; empatia, che travolge la nostra sensibità.