Questo Verbo così atteso in queste giornate che da Milano si sono aperte al mondo in una esposizione universale, che nel trattare il cibo si occupa anche della fame che ancora ammazza i popoli più indifesi e meno protetti dalle politiche internazionali.
Questo verbo che da solo esprime la dolcezza della maternità, dove l’allattamento arriva puntuale più dei miracoli, sa di esporre un tema controverso in un occidente che si è arricchito alle spalle dei paesi chiamati poveri, ma che poveri non sarebbero se non fossero state tolte loro le ricchezze che si chiamano miniere, che si chiamano petrolio.
I grandi temi aperti a tutti i governi e a tutte le convenzioni siglate nell’interesse comune, mostrano la loro debolezza quando i paragoni sullo stato di salute reciproco dei popoli sono imparagonabili e purtroppo scatenano risentimenti difficili da gestire.
Si nutrono così consapevolezze e incertezze. Chi è smarrito, si perde, Diventa solo e unico davanti a statistiche colorate che raccontano una parte di umanità che si nutre anche per chi muore di fame.
Le intenzioni sono certamente buone e sollevano tanti interrogativi, ma si ha l’impressione che troppo ormai sia successo per trovare rimedio, nutrimento e supporto a ciò che richiama giustizia, a ciò che ci accomuna e insieme ci divide.
Andreina Corso
02/05/2015
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