Unire ciò che è disgiunto.
Mettere insieme quel che si è staccato dal suo posto d’origine: urge colla sapiente.
Unire le forze e farne un tutt’uno.
Unire i pensieri dopo averli riordinati e plasmati, unire le zolle del pensiero che navigano a vista dentro i nostri occhi.
Se l’unione si spezza, raccogliamone i cocci e piano piano ricostruiamone il senso.
Unire, per dire che è meglio di finire, che respinge demolire e che ormai si appresta ad aprire.
Apri la pagina del verbo unire, volta la carta e trovi scoprire, volta la carta la storia ti avvince, leggi la favola che ti convince.
Non so perché mi è venuta la rima, si è appiccicata al verbo unire, però non so se riesce a capire.
La rima talvolta è pure distratta, si veste di rosa e in fondo è attratta dalle parole, che da sole, le aprono la porta dello stupore.
E la parola si fa meraviglia quando sa unire l’idea con la luce, è lì che ti vuole, è lì che ti conduce. Ti prende per mano e ti accarezza piano.
Andreina Corso
01/09/2015
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