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Voce del Verbo: Ascoltare

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Ascoltare noi stessi e insieme il nostro tempo: è possibile? Ci vorrebbe uno sforzo, o meglio un’acrobazia del corpo e della mente che alloggiasse, senza retorica o sentimentalismo, nel cuore. Se è vero, come ha scritto Goethe che parlare è un bisogno e ascoltare è un’arte, si potrebbe congiungere il verbo immedesimare, per un primo passo verso la conoscenza del tempo.

Per questo ‘Viaggio’ è necessaria la pazienza, il gusto, il piacere di scoprire chi siamo e perché siamo oggi quelle persone, frutto di un’esperienza lunga quanto la storia, anche se non lo sapevamo.

Ascoltare il linguaggio del vento, che tutto richiama, le lingue che non conosciamo, leggendo gli sguardi, le tribolazioni dell’uomo vittima e carnefice nelle guerre, ascoltare le grida mute della rassegnazione e sentire i passi che si avviano verso la salvezza.

Ascoltare mentre tutto si mostra in fretta e poi fugge.

Una notizia, un dramma, un terremoto, una violazione, uno stupro, si leggono le vicende sui giornali, sui social, i media, si vedono le immagini in televisione, ma non ce la facciamo ad indignarci perché adesso è già domani e altre notizie richiamano l’attenzione e le nostre personali emozioni, che aggrovigliate e rimosse, si appartano. Per ora.

E gli altri che siamo noi, che consumiamo e viviamo tutte le fattezze dell’era mediatica, ascoltano, ascoltiamo? Quanto è cambiato il nostro modo di pensare negli ultimi trent’anni?

Eppure l’ascolto è un dono e tutti noi ricordiamo qualcuno che ci ha prestato un orecchio attento e una mente disponibile. Sappiamo quanto bene ci ha dato quella quiete e forse è una pazzia pensarlo, ma a volte le pazzie fanno bene al cuore e ci chiediamo se sarà mai possibile far sbocciare l’esigenza di un ascolto universale. . .

Che bello sarebbe, anzi, sublime, che questa Utopia si mettesse in marcia e proprio perché abbiamo bisogno di immaginare ciò che non è mai esistito, ecco che l’ascolto potrebbe sostituire la prepotenza, la rabbia e la sopraffazione, immaginando la nostra esistenza accanto a uomini e donne liberi di dire e di sentire parole, come onde quiete che cullano il mare.

Andreina Corso

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