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Vivere da anziani a Venezia

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anziano solo seduto panchina

Vivere nella propria città, è importante per ogni donna e uomo di ogni dove. Vivere a Venezia, poi, dopo esserci nati, aver vissuto, cresciuto i propri figli, accudito i nipoti e condiviso i primi capelli bianchi con i colori tenui dello specchio lagunare, è addirittura un irrinunciabile privilegio.

Il tempo però induce a qualche riflessione, c’interroga sulla qualità della vita, sul come e perché gli anni della vita anziana possano essere vissuti, quando la salute lo consente. Venezia è composta da una residenza (residua) che non tocca i 55mila abitanti e le statistiche registrano che la popolazione che supera i sessant’anni in città, è circa il 27% e supera così la media nazionale che si identifica nel 21%.

Questo dato da solo ci accompagna ad una serie di esigenze che riguardano il bisogno di salute, di cura, di casa, di calore umano, di sostegno, in un’età che di anno in anno rivela fragilità, perdita di legittimità, rispetto una società in corsa, che pur mutata e forse più attenta agli aspetti sociali, non riesce a dar risposte soddisfacenti ai bisogni della vita anziana.

Chi ha una casa e sta bene, è fortunato, chi ha i figli vicino può contare su di loro, sulle visite e telefonate, chi è benestante può permettersi una persona di compagnia e appoggiarsi ai servizi sociosanitari in caso di bisogno.

E poi ci sono quelli che vanno a vivere nella casa comune, che chiamiamo di riposo e che se preferiamo denominiamo residenza, che fa più effetto. Quella, si sa, è l’ultima spiaggia e non perché ci si possa lamentare dell’assistenza, che c’è e in questi anni ha rivelato sempre più una buona qualità, ma perché estirpa la persona dalla sua dimensione umana e (anche, ma non solo), per problemi legati alla salute, si trova a dover vivere in un posto protetto, magari in terraferma o altrove. E ricostruire una vita di senso diventa davvero difficile.

I dati riportati da Il Gazzettino sono espliciti: “Gli over 65 anni registrati nel 2016 tra il centro storico ed estuario sono 25.004 (rimane fuori tutta la fascia 60-65 anni che farebbe alzare ulteriormente il dato) e 9.528 vivono soli. I veneziani con un’età dai 65 ai 75 sono 12.022 (vivono soli in 3.690), mentre quelli con età superiore ai 75 anni sono 12.982 e di questi addirittura 5.838 vivono da soli”.

Chi resiste, passeggia per i campi, le calli, si siede sulle panchine, guarda i bambini che giocano, assiste al mutamento delle stagioni, quando è possibile scambia quattro chiacchiere con i passanti, non importa se parlano un’altra lingua, spesso le sorridono, pare capiscano ugualmente. Vanno a comprare il latte, il pane, un’occasione per socializzare, in quei pochi negozi che hanno resistito ai supermercati, lì non ci vanno volentieri, troppa gente, troppa confusione e una coda infinita. Ci si stanca a stare in piedi, meglio rinunciare. Prendono i mezzi di trasporto, quando devono spostarsi per andare a trovare i parenti, o ad assistere a qualche manifestazione culturale, come la presentazione di un libro, o una conferenza, un concerto, perché chi l’ha detto che una persona avanti con gli anni non sia in grado di desiderarlo?

Certo un posto in vaporetto dovrebbe trovarlo, ma i posti riservati agli anziani sono occupati da ragazzi intenti a studiare il cellulare. Meglio non disturbarli, così, in piedi ci si gusta il panorama. Davanti agli occhi sfila la città con tutta la sua bellezza, e gli occhi degli anziani la catturano per i momenti peggiori. La conservano stretta stretta nel cuore, attendendo i giorni a venire.

Andreina Corso

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  1. Spesso, con il passare dell’età, gli amici che avevi vengono a mancare e spesso gli anziani si trovano tristi e soli e tendono a lasciarsi andare. Una società civile dovrebbe avere, in ogni città dei centri di incontro per persone autosufficienti anziane e sole dove possono organizzare feste, balli ,corsi , vacanze , e fare altre amicizie per proseguire più serenamente la parte finale della propria vita,senza pensarci troppo ma distraendosi e stando sereni in compagnia di tanti amici… sarebbe un gesto apprezzato da tutti, anche dai figli e dai parenti, spesso impegnati con la famiglia e il lavoro, Sarebbe una iniziativa intelligente se le amministrazioni comunali prendessero in considerazione di istituire servizi di questo tipo.

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