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Vincent Van Gogh, Scrivere la vita – Lettere, arte e religione in una raccolta unica

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É uno degli artisti più famosi al mondo, ma cosa si nasconde dietro alla figura di Vincent Van Gogh? Cosa sappiamo veramente di lui? Ne conosciamo la sua anima?
Grazie al nuovo saggio ”Scrivere la vita” (Donzelli Editore, pagg. 1070, €49,30), curato da tre specialisti del Van Gogh Museum di Amsterdam (Leo Jansen, Hans Luijtens e Nienke Bakker), attraverso la storia completa del celebre pittore e le lettere che si scambiò con il fratello e non solo, riusciamo finalmente ad essere più oggettivi ed impariamo a conoscerlo meglio.

Proprio le lettere di Vincent Van Gogh, da sempre, sono la più intensa e commovente testimonianza di questo artista, che oltre ad aver conquistato tutti con i suoi lavori diventati celebri postumi, come si scopre in questo saggio, era anche molto bravo anche a scrivere.
Le centinaia di lettere scritte al fratello Theo e agli amici artisti (Paul Gauguin, Georges Seurat, Paul Signac o Emile Bernard) definiscono un quadro sorprendente della vita di Van Gogh e rappresentano uno strumento indispensabile per penetrare il suo universo artistico e non solo.
La lettura di queste pagine è abbellita inoltre, da 110 schizzi originali riuniti nell’unica selezione concepita e autorizzata, dal Van Gogh Museum di Amsterdam.

Dai carteggi si intuiscono molto cose, che prima d’ora forse, non erano così state approfondite. Innanzitutto, affiorano immediatamente la vita personale di Van Gogh e il suo stile di vita: sembra quasi che il pittore mettese i sentimenti al secondo posto, rispetto alla religione e all’arte.

Le lettere seguono l’iter vitale del pittore, sono un resoconto dettagliato degli spostamenti, avvenimenti e della strada (figurata) che ha dovuto percorre nella sua breve esistenza e che l’ha portato a morire in circostanze ancora non del tutto chiare.
Nelle missive riemergono episodi appartenenti al passato, all’infanzia, la sua continua lotta interiore e la costante sensazione di deludere la famiglia e la paura di fallire.

Il saggio mostra anche come i carteggi fossero per l’artista un vero e proprio laboratorio, perché gli permettevano di sviluppare idee sull’arte, sulla vita, sulla pittura e sulle sue tecniche e sulla condizione umana in genere. La parola scritta poi, si mescola all’immagine, dando l’una la forza all’altra.

Il saggio, nella sua complessità, mette profondamente in discussione l’immagine del genio capriccioso, quello che pensavamo di conoscere, ma che in verità appare come un pensatore, con una sua precisa visione del mondo, alla costante ricerca del senso dell’esistenza.

La sua prosa affascina ed è capace di arrivare dritta al cuore, dimostrando come Vincent Van Gogh fosse una persona estremamente sensibile, in costante ricerca del senso della vita. Grazie quindi ai tre specialisti del Van Gogh Museum di Amsterdam, che curando questa raccolta ci hanno fatto conoscere il vero pittore, ma soprattutto uomo, dietro ai quadri più famosi al mondo.

Alice Bianco

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