Venezia, Vittorio Sgarbi contesta duramente la nomina di Cecilia Alemani a direttore della Biennale Arte 2021, che considera “inaccettabile”.
Il critico punta il dito sul presidente uscente Paolo Baratta, accusandolo di aver voluto, con questo incarico conferito a fine mandato “interdire per un biennio al suo successore di indicare una diversa politica culturale nel mondo dominato dal mercato dell’arte, ipotecando il futuro, attraverso la perpetuazione di una tradizione familistica inaccettabile, come per una predestinazione”.
Sgarbi, come sempre nel suo stile, non le manda a dire, tanto da definire la nomina “cattivo gusto istituzionale”.
“Dopo la chiamata di Francesco Bonami, da parte del Presidente Bernabé – scrive Sgarbi – è toccato al suo allievo Massimiliano Cioni, le cui qualità superavano i limiti del maestro; ma appare incredibile che oggi, nello stesso filone culturale (per così dire) il nuovo direttore sia la moglie dello stesso Cioni, che aveva già dato dimostrazione della sua visione nichilistica nel Padiglione Italia della penultima Biennale”.
E conclude: “Spero che i ricorsi di rito rimuovano questa anomalia, e consentano al nuovo presidente di esercitare le sue funzioni, senza doverle barattare”