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Venezia soffocata, il Comune ci prova: 5 euro per entrare in Piazza San Marco

Si stima di ridurre così gli arrivi turistici, organizzandoli, di circa 4 milioni di unità/anno

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«Governare i flussi». Questo l’imperativo diventato ricorrente a Venezia in questi giorni. Occorre far vedere che ci si sta occupando del problema del “traffico” dei turisti cercando di dare una risposta convincente all’Unesco sul tema di città vivibile da conservare e preservare.

La delibera quadro approvata l’altra sera dalla giunta va in questo senso: entro il 15 maggio sia approvato il progetto di «governance territoriale del turismo a Venezia». Con otto priorità inquadrate in una cronoprogramma da oggi al 2018.

Telecamere e contapersone nelle aree strategiche di accesso come il ponte di Calatrava, la Lista di Spagna e i Tre Ponti, ma anche nei pontili di partenza e arrivo dei Gran Turismo oltre a sperimentazioni con i dati ottenuti dai cellulari.

Alla base di tutto c’è il “concetto di limite”. Parte da qui l’idea del ‘numero chiuso’ che potrebbe portare a San Marco anche un ticket per contribuire alla spesa per la conservazione.

Il massimo carico giornaliero? 65mila persone, quanto gli abitanti della città e delle isole. Il costo del San Marco-pass? 5 euro, che moltiplicati per 12 milioni l’anno, a tanto potrebbe scendere il numero dei turisti (escluso chi pernotta in hotel) si tradurrebbe in 60 milioni di euro per le casse comunali.

Marco Scurati, 48 anni, veneziano, ex dirigente Telecom, attuale consulente turistico, parla così del progetto con cui è riuscito a far breccia nell’amministrazione di Ca’ Farsetti, divenuto una delle linee guida ispiratrici della delibera di indirizzo approvata ieri.

Ticket e numero chiuso non sono già decisi; il Comune vuole arrivarci dopo un percorso concertato. Ma si possono fare, sembra, sotto il profilo tecnico e giuridico.

I numeri dei turisti a Venezia fanno paura: nel 2007 il Coses stimava già 22 milioni l’anno, qualche anno fa il Comune ha aggiornato il dato a 27,5 mln.

“Non è importante quanti sono, sono troppi rapportati a 54mila abitanti in uno spazio ristretto”, risponde Scurati. E i nuovi visitatori che si sommano ogni anno, siano quelli delle crociere, o del mordi e fuggi giornaliero, “non portano beneficio – sottolinea – per gli extra-costi dei servizi e perché chi paga 1000 euro per dormire una notte in albergo, e poi non può muoversi nelle calli, non avrà un gran ricordo di Venezia”.

Ma come si possono fermare? Mettere una sbarra per chi arriva a Venezia non si può, le norme (anche europee) sulla libertà di circolazione lo impedirebbero. Il concetto però va applicato agli stessi veneziani, che assediati da mattina a sera dalle carovane turistiche non possono più muoversi nella loro città.

Ecco perciò l’idea: prendere un luogo simbolo, dove tutti vogliono arrivare, Piazza San Marco – area monumentale, tutelata, sul quale il sindaco può agire anche per motivi di sicurezza – e trasformarla in un esempio di turismo sostenibile.

Il processo di prenotazione, dice Scurati, avverrebbe all’atto dell’acquisto di un qualsiasi servizio relativo a Venezia presso intermediari (agenzie, tour operator).

Se il sistema mostra che in certi giorni dell’anno (primo Maggio, 31 dicembre, Carnevale) la piazza è overbooking, il viaggiatore saprà che una volta arrivato non potrà entrare. Saranno proposte altre opzioni: cambiare la data della visita, riprogrammare il viaggio gli stessi giorni ma l’anno successivo, o un upgrading culturale, acquistare i biglietti per i musei che garantirebbero l’accesso a San Marco.

Chi pernotta in hotel, e paga la tassa di soggiorno, avrà comunque via libera. Un chip scaricabile su cellulare o una card, leggibile in radiofrequenza, darebbe invece il libero accesso ai veneziani e a chi lavora in città.

In questo modo, secondo l’ideatore del San Marco-pass, si potrebbero ‘tagliare’ circa 4 milioni di escursionisti l’anno da Piazza San Marco, “quelli che ora soffocano la città”.

M.C.

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Siete pazzi monitorare il.turismo ridurre i flussi a piazza san.marco per tutelare i musei a cielo aperto di Venezia….iniziate a togliere le 2 baracche di ambulanti sotto il palazzo ducale le altre 2 al centro della piazza i nuclei di banga dal ponte di rialto e sotto i sottoportici a rialto che schifo.si parte dalle piccole cose

  2. Non sono di Venezia ma il biglietto lo farei pagare per entrate a Venezia e non solo per l’accesso a piazza S. MARCO!!!! Tutta Venezia è un museo a cielo aperto per cui il biglietto va pagato all’ingresso…e anche piu’ di 5 euro. Va da se’ che poi vanno forniti servizi da paese civile. Ad esempio le toilettes pubbliche dovrebbero essere diffusamente disponibili ed accessibili.

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