Un San Silvestro cupo per le associazioni che si fanno carico dei diritti dei lavoratori dell’extra alberghiero che vedranno entrare in vigore una normativa comunale legata alla tassa di soggiorno per B&b, soggiorni brevi e affitti turistici.
Ci sono nuove regole all’orizzonte che riguardano l’imposta che ogni turista deve versare: il nuovo anno porterà per i pernottamenti brevi un aumento da 1 euro e 50 a notte, a due, fino a 5 euro, corrispondenti ad alloggi popolari o signorili.
3 euro per le categorie catastali A-2,3,6,7,11, per alloggi con caratteristiche di appartamenti civili o villette. Inevitabile lo scontento delle associazioni di settore, che sono tanti e sempre più in crescita considerata la domanda turistica pressante e l’offerta che ne deriva.
Il Comune prova a trarne vantaggio economico e prevede di guadagnare, se si applicheranno le nuove imposte, un ulteriore milione di euro.
In un mondo variegato e non di semplice identificazione quale si mostra e appare quello delle affittanze, le divergenze si scontrano e si prevedono ulteriori sviluppi e trattative, anche se le precedenti tra amministrazione comunale e associazioni non sortito alcun accordo.
Data quindi per scontata la contrarietà degli affittuari turistici all’imposta, si aggiungono altri problemi e scontenti che hanno rinviato alla Commissione tributaria competente l’applicazione corretta della Tari, lamentando che al loro settore verrebbe attribuita la stessa tassa rifiuti degli alberghi della città.
Si prevede un raddoppio della tariffa, da cinquecento a mille euro, anche da qui le contestazioni.
Andreina Corso
L’ingordigia è all’ordine del giorno, i nostri cari politici veneziani si fregano le mani.
Di solito l’avidità porta al contrario di ciò che si vorrebbe ottenere.