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Venezia, la Basilica di San Marco ha riaperto: 150 visitatori l’ora e percorso obbligato

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Come abbiamo trascorso la Pasqua. Strade deserte e suoni di campane

Venezia, ha riaperto anche la Basilica di San marco. La “nostra” Basilica riapre al pubblico nel rispetto delle norme di contenimento del coronavirus e si adegua con una nuova organizzazione.

Ingresso contingentato a 150 visitatori l’ora e percorso obbligato: i turisti devono effettuare una sorta di percorso circolare che li porta a vedere il gioiello architettonico in marmi e mosaici tutto dall’alto, sui ballatoi.

Entrati dalla facciata, si sale al museo dove sono ospitati i quattro cavalli bronzei originali, preda della conquista di Costantinopoli, dove la quadriga era esposta nell’Ippodromo.

Si può poi passeggiare lungo i ballatoi interni (i matronei) per vedere l’altare e il coro dall’alto e sfiorare l’imponenza delle cupole.

Quindi si passa all’esterno sulle grandi terrazze, che abbracciano la Basilica e che offrono un panorama sulla Piazza e sulla laguna.

Il tour si chiude scendendo per le erte scalette di marmo con uscita da un’altro portale.

Per i fedeli, la Basilica non è mai stata chiusa per una preghiera alla Madonna Nicopeia, con ingresso dalla Porta dei Fiori nella piazzetta dei Leoncini, e ora per le messe a ‘numero chiuso’.

Aperto, già dal 2 giugno, il vicino Campanile di San Marco con la loggetta del Sansovino. Anche qui ingressi contingentati: quattro visitatori alla volta rispetto ai 12 della normalità.

“Fino ad oggi – dice Carlo Alberto Tesserin, Procuratore di San Marco – la Basilica non ha avuto un gran afflusso di visitatori ma il fatto è presto spiegato: ci sono pochi turisti”.

La vera preoccupazione, rileva, resta ora l’acqua alta, dopo gli ultimi interventi di restauro ad alcuni basamenti, marmi e tessere della pavimentazione, proprio per poter riaprire. Dopo il disastro del novembre scorso, anche in questi giorni di giugno, del tutta inattesa, la marea ha colpito la Basilica.

“Bisogna agire – esorta Tesserin – ci sono due ipotesi, su cui deve decidere il commissario per il Mose Elisabetta Spitz, per mettere in sicurezza la Basilica”. Il Procuratore non vuole esprimere giudizi. “Non sono per un progetto o per l’altro, per quello dell’architetto veneziano Rinaldo, tutto in vetro, o del milanese Boeri un mix di vetro e acciaio” dice. “Non spetta a noi decidere, l’importante è che qualche cosa venga fatto – puntualizza -, anche se la Basilica con le barriere in vetro o vetro-acciaio che sono state proposte non è più la stessa”.

Ma a tutto c’è rimedio. “Basta che siano rimovibili – conclude – e che una volta messa in sicurezza la città con il Mose vengano tolte”.

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