La chiamano fase sperimentale e a pagarla sono le persone malate, che necessitano di farmaci e cure.
La stretta economica questa volta colpisce duro e si esprime in una circolare ministeriale rivolta alle regioni che dovrebbero attenersi alle disposizioni in materia.
I medici di base possono però appurare che il testo garantisce, nella prima fase “di collaudo”, l’accesso alle prestazioni a pazienti disabili, oncologici e cronici. E certamente sarebbe utile una loro richiesta di chiarimento e una presa di posizione, perché all’interno di questa nuova linea ci sono anche i cicli di terapie riabilitative.
La notizia, data dal Corriere del Veneto, riporta la situazione di una signora settantenne ipertesa, che non potrà più avvalersi della certificazione di cronicità che le permetteva di non pagare le medicine e gli esami per la sua patologia.
Se moltiplichiamo questo caso per migliaia di situazioni simili, si amplifica il sentimento di rabbia misto a paura dei “pazienti” e mette in difficoltà anche l’agire dei medici di base che non sanno come comportarsi di fronte a direttive imbarazzanti che mettono a dura prova lo stesso agire deontologico.
In tempi di crisi questa violazione del diritto alla cura segna un tempo davvero difficile, ne è convinto anche Giampietro Rigamonti, presidente del Tribunale per il Malato, che si appella alla Regione Veneto, affinché faccia opposizione, ai medici, che non dovrebbero essere colpiti da sanzioni mentre svolgono correttamente il loro lavoro e all’Ordine dei medici, per una autorevole rivalutazione e revisione di tagli che la Salute non è in grado di sopportare, essendo, costituzione alla mano un diritto imprescindibile.
Andreina Corso | 02/05/2016 | (Photo : archive) | [cod salure]