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Il vaccino è arrivato in Italia. Intanto 459 morti e 19mila nuovi casi

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Il vaccino è arrivato in Italia, ma non c’è molto da festeggiare perché anche oggi registriamo ancora 19mila nuovi casi e 459 morti.
Il giorno di Natale è arrivato in Italia il vaccino anti Covid.
Nel primo vero giorno di lockdown, con le strade deserte, ma soprattutto con ancora 19mila casi e 460 morti in 24 ore, le prime 9.750 dosi del farmaco della Pfizer BionTech sono arrivate nel nostro paese.
Le dosi hanno viaggiato a bordo di un furgone nero che teneva la temperatura controllata. Hanno varcato il confine al Brennero scortate dai Carabinieri. Poi il mezzo ha raggiunto Roma dove è rimasto sempre sotto sorveglianza in una caserma dell’Arma prima di raggiungere l’ospedale Spallanzani.
“Avevamo detto che prima della fine dell’anno avremmo iniziato le vaccinazioni e così sarà – dice il ministro degli Esteri Luigi di Maio – Ci riprenderemo le nostre libertà e torneremo ad abbracciarci”.
La macchina organizzativa è pronta. “Abbiamo effettuato

un sopralluogo nella zona di stoccaggio – conferma l’assessore alla Salute della Regione Lazio Alessio D’Amato – e tutto funziona perfettamente”.
Per l’inizio della campagna vaccinale ci vorranno però ancora 24 ore: le dosi che saranno somministrate a Roma resteranno allo Spallanzani; tutte le altre transiteranno nell’hub dell’aeroporto militare di Pratica di Mare dove con 5 aerei, 60 veicoli e circa 250 militari saranno trasferiti nelle altre regioni in modo che il 27 mattina possa scattare il Vaccine Day in tutto il paese.
Una giornata simbolica che vedrà le donne protagoniste: la prima ad essere vaccinata a Roma sarà l’infermiera Claudia Alivernini, 29enne che lavora proprio allo Spallanzani; in Lombardia toccherà invece a due lavoratrici del Niguarda di Milano – l’operatrice socio-sanitaria Adele Gelfo e l’addetta alle pulizie Grazia Presta – e a Annalisa Malara, l’anestesista che ha scoperto il paziente uno, Mattia, all’ospedale di Codogno.
Anche a Napoli il primo vaccinato sarà una donna, Filomena Ricciardi, medico del pronto soccorso

del Cardarelli.
In attesa che partano le prime somministrazioni è già partito il dibattito politico attorno al vaccino.
Dal sindaco di Milano Giuseppe Sala arriva l’invito ai politici a dare l’esempio. “Chi oggi abbia responsabilità politica – sottolinea – deve sentirsi la responsabilità di dire, senza se e senza ma, che si vaccinerà”. E se per Matteo Salvini “è importante spiegare, accompagnare, educare ma mai obbligare” più ambiguo è Beppe Grillo. “Sto aspettando i vaccini – dice il fondatore del M5s – li sto aspettando tutti, li vorrò fare tutti insieme in un’unica siringata”.
Dopo il Vaccine day, le successive dosi arriveranno direttamente dalla fabbrica della Pfizer nei 300 luoghi di somministrazione indicati dal Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e a quel punto partirà davvero la campagna vaccinale vera e propria per operatori sanitari e personale e ospiti delle Rsa.
Con un occhio costante all’andamento dei numeri dell’epidemia poiché una risalita della curva rallenterebbe le vaccinazioni.
E i dati non sono del tutto rassicuranti: oltre 19mila casi, altre 459 vittime in 24 ore e soprattutto un rapporto tra positivi individuati e tamponi effettuati che torna a salire al 12,5%, ben tre punti in più di giovedì.
Gli italiani

sembrano comunque rispettare le restrizioni introdotte con il decreto del 18 dicembre che ha trasformato tutta Italia in zona rossa per le festività, il discorso non vale proprio per tutti: una maxi rissa in pieno centro ad Ercolano ha visto protagonisti decine di giovani che si sono rincorsi e picchiati fino all’arrivo delle forze di polizia.
Ma che si tratti di un’eccezione lo confermano i dati del Viminale relativi alla Vigilia: su quasi 82mila persone controllate, solo l’1% (826) è stato sanzionato.

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