A scrivere biografie sono bravi tutti. Forse no, ma comunque a scriverle nel modo accattivante, divertente e coinvolgente di Frédéric Beigbeder ci riescono davvero in pochissimi. Lo dimostra ancora una volta in “Un Amore di Salinger“, edito da Mondadori, dove una delle epoche più floride per l’arte, prende vita sotto i nostri occhi avvolgendoci in una nuvola di fumo, tra cuori spezzati, speranze ed una Guerra pronta a stroncare milioni di vite.
In una caffetteria nel New Hampshire, Frédéric Beigbeder vede una fotografia che lo colpisce. Lo scatto ha bloccato la risata di una ragazza giovane, i capelli scuri pettinati di lato e la bocca spalancata in un sorriso sfavillante, il collo scoperto a esprimere una tensione fiduciosa verso la vita. La ragazza si chiama Oona O’Neill, suo padre è un famoso drammaturgo che l’ha abbandonata quando aveva solo due anni per trasferirsi con la nuova moglie in Europa e al quale lei per anni ha scritto cartoline da innamorata. A diciott’anni sposa Charlie Chaplin e sarà ricordata come la sua ultima moglie. Ma c’è un dettaglio meno conosciuto nella vita di questa ragazza che sorride all’obbiettivo, pronta a credere a qualsiasi cosa la vita le racconti. Quando aveva quindici anni, Oona si era innamorata di uno scrittore, il più geniale e misantropo di tutti: J.D. Salinger.
Storie d’amore che si intrecciano, momenti rubati ed immaginati: Beigbeder riporta in vita icone del passato e ce le rende tangibili, ci offre uno spaccato della loro esistenza evitando la pedantezza in cui molte volte incappano i biografi. In questo libro, invece, si respira esistenza, si respira la stessa aria che i protagonisti hanno vissuto, si sentono le loro emozioni, si vivono i loro tormenti.
Gli anni ’40, nonostante gli orrori della Guerra, ci hanno regalato un mondo d’oltre oceano, dove l’arte, in particolare cinema e scrittura trovavano le lore icone per non lasciare più. Vere e proprie divinità maledette, scese in terra per regalarci, da qui alla fine dei giorni, opere immortali, delle quali Beigbeder non dimentica mai di sottolineare l’importanza.
La cosa però migliore di “Un amore di Salinger” è proprio la capacità dell’autore di raccontarci delle vite vere, romanzandole attraverso dialoghi irresistibili e momenti che ti entrano nel cuore. Impossibile non patteggiare per il giovane Salinger e le sue pene d’amore, mentre la sua amata Oona finisce nella braccia di un non più giovane vagabondo. C’è passione che attraversa il lettore in ogni parola, che passa dalla penna di Beigbeder e ci parla attraverso i cuori dei protagonisti. Ma oltre il dolore in questo bio-romanzo che valica il tempo e anche la carta stessa grazie ad un capitolo “tecnologico”, ci troviamo l’elemento che può salvare l’uomo in ogni situazione: l’ironia.
“Un amore di Salinger” è, infatti, un’opera ironica, che prende sul serio quello che dice, ma allo stesso tempo lo fa con una leggerezza ed una fanciullezza tali da far innamorare il lettore già alla prima pagina. E poi, chiusa l’ultima pagina, la voglia di riprendere in mano il Giovane Holden e scoprire cosa (non) voglia dire diventare adulti, diventa un bisogno impellente. E’ l’arte che chiama l’arte, è un autore contemporaneo che dialoga con il suo eroe, è un filo magico che solo l’immaginazione e la letteratura possono creare.
Riproduzione vietata
Sara Prian
