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Uberpop dichiarata illegale: arrestati dirigenti. Assaltata auto polizia, la credevano taxi abusivo

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Uberpop dichiarata illegale in Francia, ma le proteste sono ben lontane dall’essere rientrate. La App che fa diventare tutti tassisti mettendo in comunicazione domanda e offerta è diventata vero e proprio motivo di scontro in Francia. E la giustizia passa all’attacco.
Uber France ha visto ieri porre in stato di fermo da parte delle forze dell’ordine due tra i più alti suoi dirigenti. I due sono stati torchiati sotto interrogatorio nell’inchiesta sulla “App” della discordia, UberPop, dichiarata illegale.

Uber France, sotto attacco da settimane e ormai minacciata anche nell’incolumità dei suoi conducenti, ha confermato che il suo direttore generale, Thibaud Simphal, è sotto interrogatorio, così come il responsabile per l’Europa occidentale del marchio californiano, Pierre-Dimitri Gore Coty.
L’inchiesta è stata aperta nel novembre 2014 e vede nel mirino l’applicazione UberPop, che mette in relazione attraverso uno smartphone chi ha bisogno di un taxi con semplici privati che si organizzano per il trasporto.
Tutto senza pagare tasse allo stato, particolare che fa infuriare i tassisti ufficiali che gridano alla concorrenza sleale.

La settimana scorsa, centinaia di auto gialle ufficiali hanno dato vita a manifestazioni in diverse città, spesso condite da violenze. Il governo, pur condannando tali violenze, ha ribadito la sua volontà di chiudere UberPop. Addirittura il presidente Francois Hollande ha preso la parola per dichiarare che UberPop deve “essere sciolta” e che le sue auto devono essere sequestrate, perché l’organizzazione “non rispetta alcuna regola” in materia sociale o fiscale, un fatto “inaccettabile” – ha aggiunto – “intollerabile”.

UberPop parla di 400.000 utenti fedeli in Francia, dove i tassisti sono pochi, ma molto potenti e gelosi del loro monopolio.
L’organizzazione ammette che i conducenti privati non pagano né oneri sociali né tasse. E non hanno nemmeno seguito le 250 ore obbligatorie di formazione per guidare i mezzi pubblici.
In base a una legge votata nel 2014, i conducenti non registrati ufficialmente rischiano fino a un anno di carcere e 15.000 euro di ammenda, con sospensione della patente e sequestro del veicolo.

Uber combatte la sua battaglia depositando ricorsi contro la Francia presso la Commissione europea per ottenere l’annullamento di tali regole. Continua intanto ad essere alta la tensione nelle strade, in particolare a Lione, dove la settimana scorsa un cliente di UberPop è stato violentemente aggredito da tassisti.
In uno dei tanti episodi di violenza un conducente di taxi è stato fermato per tentato omicidio, violenze e danneggiamenti per aver lanciato sassi e altri oggetti contro una BMW che stava circolando.
Era convinto si trattasse di un’auto UberPop ma invece alla guida c’era un funzionario di polizia. L’auto ne è uscita con il tetto sfondato, un deflettore in frantumi e vari danni nell’abitacolo ma l’ufficiale ha fatto in tempo ad avvertire i colleghi di pattuglia che hanno arrestato il tassista aggressore, colpevole fra l’altro di diverse violazioni del codice della strada nel tentativo di bloccare con la sua auto quella del “nemico”.

♦ leggi anche:
UberPop, la app che trasforma tutti in tassisti, bloccata

Redazione

30/06/2015

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