Nuovo capitolo si aggiunge alle indagini sui trafficanti di esseri umani che speculano sui migranti.
“Nessuno sale sui gommoni se non abbiamo i nostri dinari. Noi siamo dei business man”.
Queste le parole con cui si vantavano al telefono i trafficanti che facevano parte del racket che avrebbe gestito la tratta di migranti tra le coste libiche e la Sicilia.
Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto di Palermo Maurizio Scalia e dai sostituti Geri Ferrara, Alessia Sinatra e Claudio Camilleri sono partite dall’analisi dei numeri trovati dentro un telefonino satellitare rimasto su un gommone.
Tre persone sono state fermate dalla polizia; una quarta risulta latitante.
Altri dieci indagati, fra cui i capi dell’organizzazione, sarebbero ancora in Libia.
I trafficanti sono accusati anche del naufragio avvenuto il 9 febbraio scorso al largo delle coste libiche che costò la vita a circa 300 migranti.
Redazione
22/12/2015