Milan di Inzaghi che si ferma ancora. Illude il rigore di Ménez dopo appena 3 minuti, ma poi viene travolto da un Torino che attacca letteralmente dall’inizio alla fine, anche se poi arriva a pareggiare solo a 9 minuti dal 90’.
Milan che pareggia ‘solo’, ma è un punto guadagnato, e Inzaghi ora sa che tra i soliti immensi problemi spicca il difetto di continuare a subire gol su palla inattiva (l’8° su calcio d’angolo), e una grande mancanza di personalità che ti permetta di non farti travolgere.
Può una squadra che punta al 3° posto pensare a difendersi e basta per 90 minuti in casa di una squadra che lotta per uscire dai bassifondi della classifica?
I rossoneri si trovano a gestire una partita completamente in discesa dopo soli tre minuti, e attorno a questo concetto costruiscono la loro partita. Il rigore che apre la strada al vantaggio è concesso con un po’ di generosità: Ménez spinto da Glik e il francesino si lascia proprio cadere, ma viene trasformato dallo stesso falso centravanti con sicurezza.
Il Milan, da quel punto, rinuncia a giocare, pensando solo a resistere per mantenere il risultato. La tattica rinunciataria esalta il cuore garibaldino dei granata, però. Comincia un assedio interminabile.
I rossoneri rischiano veramente il tracollo: difesa in sofferenza, centrocampo in difficoltà, attacco non non riparte quando prende palla.. Alla fine, senza più attaccanti e con Alex rinforzo difensivo come una provinciale qualsiasi, il Milan subisce il pareggio di Glik.
La supremazia della squadra di Ventura su quella di Inzaghi è stata a tratti imbarazzante. Palo di Darmian e altre tre nitide palle gol nel solo primo tempo.
Pronti, via: altre quattro ghiotte opportunità per il Torino nel secondo. Il pareggio arriva al 36′ con Glik che si fa ‘perdonare’ il fallo da rigore e la partita finisce al pensiero che se il presidente Cairo regala un centravanti come si deve al suo allenatore affrontare questo Torino farà venire i brividi a tutti.
Roberto Dal Maschio
[11/01/2015]
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