“Come è possibile che si possano commettere errori di queste proporzioni: come può accadere che si invertano i test?”. E’ la domanda posta in tono pesante dal Sindacato dei medici italiani, dopo l’annullamento dei test d’ingresso alle Scuole di Specializzazione di Medicina per un errore tecnico.
“Parliamo della vita quotidiana e del futuro di migliaia di medici – afferma in una nota il segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani, Pina Onotri, insieme al settore giovani dello Smi, “Formazione e Prospettive” – ; quanto sta succedendo con le prove di selezione delle scuole di specializzazione in Medicina è inaccettabile. A poche settimane delle polemiche attorno al concorso di medicina generale, ci ritroviamo con altri 12.000 camici bianchi fortemente penalizzati, danneggiati professionalmente (e psicologicamente) ed economicamente, ed ora trattati come studenti delle elementari”.
I nuovi test per l’ingresso a Medicina hanno coinvolto 11 mila persone, si trattadi laureati che da mesi aspettavano il primo concorso nazionale per aggiudicarsi le 5 mila borse di studio quinquennali delle scuole di specializzazione e poter finalmente ottenere la «patente» di medico ed esercitare la professione.
Invece occorrerà ricominciare tutto da capo.
I test sono stati invalidati per «un errore di importazione: dal cd del Miur al database del Cineca che erogava i quiz», un «banalissimo errore di esecuzione» ha invertito le 30 domande generali di due aree: quelle dei Servizi clinici al posto dell’area Medica e viceversa.
Un banale errore tecnico che ha costretto il ministero dell’Istruzione ad annullare le prove del 29 e 31 ottobre.
La nuova modalità dei test doveva essere la rivoluzione del sistema di accesso, il primo concorso nazionale basato davvero su trasparenza e merito: una «rivoluzione» che prevedeva prove in contemporanea in 442 aule in tutta Italia, con 12 mila computer accesi tutti nello stesso istante e con domande diverse per ogni candidato e un giudizio uguale per tutti.
Ma non tutto è andato così liscio. Alcuni candidati raccontano di computer bloccati, di aule non sorvegliate, quiz fatti in gruppo e pc collegati a Internet.
Redazione
03/11/2014