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Le 24 ore del terrorismo: in Tunisia falcidiate famiglie in spiaggia coi bambini

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Sono passate poche ore da quando il portavoce dello Stato islamico, Al Adnani, ha esortato a trasformare il mese del Ramadan «in calamità per gli infedeli», per i nemici ovvero, a cominciare dagli sciiti. E sono arrivate 24 ore di sangue.
I seguaci del Califfato hanno innescato un ‘venerdì del terrore’
con oltre cento morti tra Tunisia, Francia, Kuwait e Somalia.
Immagini raccapriccianti hanno invaso il mondo documentando l’attacco a semplici villeggianti ospiti di alberghi in Tunisia: almeno 37 morti e 36 feriti nell’attacco terroristico che ha colpito due alberghi nella città di Susa, circa 140 km a sud di Tunisi.
Un cambio di scenario sconvolgente per le famigliole di turisti che prendevano il sole ieri mattina sulle rive di Sousse, sulla costa orientale della Tunisia, 140 chilometri a sud di Tunisi, fra Hammamet e Monastir, villeggianti che hanno pensato inizialmente a una festa fuori programma, quando hanno sentito i primi botti arrivare dal mare.
Invece era un uomo armato di un kalashnikov, fino a quel momento nascosto dentro un ombrellone. La morte si è materializzata all’improvviso sulla spiaggia privata dell’hotel, di proprietà spagnola, Riu Imperial Marhaba, un gigantesco resort da 565 ospiti, con piscina, hammam e palmeto.
Il terrorista ha avuto il tempo di colpire oltre settanta persone, sparando a raffica, inseguendole con freddezza e determinazione fin nella hall dell’albergo, polverizzando le vetrate, dopo aver disseminato di cadaveri anche il bordo della piscina.
Viene riportata la testimonianza di un impiegato dell’albergo: «Ha potuto operare con calma per quasi trenta minuti, come se fosse a casa sua».
Il killer ha avuto tutto il tempo di ricaricare l’arma più volte mentre la gente disperatamente cercava di mettersi in fuga.
Dalla spiaggia i bagnanti correvano come se dal mare stesse montando uno tsunami, ha cercato di nascondersi dietro ai muri, imboccando le scale, barricandosi nelle stanze. Prima di allontanarsi, essere raggiunto e ucciso, l’assassino — uno studente senza precedenti e sconosciuto ai servizi segreti — si sarebbe preso la briga di fare un giro al primo piano dell’albergo, negli uffici della direzione, e nella palestra, alla ricerca di clienti nascosti, ma senza colpire il personale.
37 morti e 36 feriti, di cui alcuni molto gravi sono lo ‘score’ del killer finora.
Il terrorista, in maglietta e calzoni neri a ginocchio ha terminato la sua corsa in strada, cercando forse altri bersagli, inseguito dai servizi di sicurezza, con i quali ha scambiato alcuni colpi, prima di essere raggiunto e ucciso.
Ha così completato la missione: glorificare il suo Ramadan con il martirio.

Mario Nascimbeni

26/06/2015

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