Un altro problema si somma alla tragedia: nessun cimitero vuole le salme dei tre terroristi che lo scorso weekend hanno messo a ferro e fuoco Parigi.
I corpi dei fratelli Kouachi sono ancora in custodia giudiziaria all’istituto legale di Parigi. Il nulla osta alla sepoltura sarà concesso dal procuratore di Parigi, una volta giunti i risultati delle autopsie. Sarà entro la fine della settimana, fa sapere il portavoce del ministro dell’Interno. E a quel punto cominceranno altri problemi.
Apre la carrellata Michel Dutruge, il sindaco di Dammartin-en-Goële: «Con quelle due tombe si verrebbe a creare un luogo di culto al contrario, una meta di pellegrinaggio per fanatici, e chi può essere contento di una simile disgrazia? Certo, se me lo chiedono sono costretto a farlo».
Erano assassini, hanno fatto una strage, ma erano tutti e tre cittadini francesi. Hanno diritto al funerale e soprattutto ad una tomba anche loro e il luogo deve essere reso noto per agevolare parenti e conoscenti che potrebbero voler rendere omaggio, con il rischio che le tombe possano diventare un luogo di culto per altri estremisti o peggio.
Antoine Flasaquier, l’avvocato della compagna di Said Kouachi, avverte: «La mia cliente è consapevole della delicatezza del caso e non vuole certo clamore e notorietà. Ma ha ogni intenzione di piangere il suo uomo».
Chérif Kouachi risultava residente nella banlieue di Gennevilliers, a nord di Parigi, così come Amedy Coulibaly, che abitava poco distante, a Fontenay-aux-Roses. Il prefetto dell’Hauts-de-Seine avrebbe detto che la possibile inumazione in loco avrebbe conseguenze «devastanti» sui giovani di quella complicatissima periferia.
Nella banlieue nord di Parigi ci sarebbe il cimitero islamico, è quello di Bobigny. E’ lo stesso dove l’altra mattina ha ricevuto l’ultimo saluto Ahmed Merabet, il poliziotto ucciso proprio dai fratelli Kouachi.
Mario Nascimbeni
[15/01/2015]
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