Teresa e Trifone sono i fidanzati uccisi il 17 marzo scorso sul piazzale della palestra che frequentavano, in un quartiere popolare di Pordenone.
Dopo sei mesi in cui le indagini sembravano girare a vuoto, la Procura di Pordenone ha iscritto un sospettato nel registro degli indagati.
E’ impressionante la mole di dati raccolti e studiati: sono stati incrociati i risultati delle perizie scientifiche con quelli dell’analisi dettagliata di profili social, tabulati, sms, celle telefoniche e immagini — e con le centinaia di testimonianze raccolte dai carabinieri della città friulana, supportati dai reparti investigativi del Ros e del Ris.
Il procuratore capo di Udine Marco Martani non lascia trapelare informazioni, nonostante ciò si sarebbe capito che il delitto non sarebbe stato su commissione. Non ci sarebbe un mandante, cioè, e un esecutore come diceva una delle ipotesi iniziali.
Teresa Costanza e Trifone Ragone sarebbero stati uccisi da una persona che ha pensato, ideato e commesso il delitto realizzando un proprio piano in prima persona.
L’ultimo indizio allo studio degli investigatori: un caricatore compatibile con l’arma ritenuta del delitto, una Beretta automatica calibro 7.65, rinvenuto la scorsa settimana dai sommozzatori dell’Arma sul fondale di un laghetto vicino al piazzale della tragedia.
Redazione
25/09/2015
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