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Teatro Mario del Monaco, prove di ‘Piano B’

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Il piano B è quello che bisogna prendere in considerazione quando fallisce il piano A. Quando un fallimento, un cambiamento di circostanze, eventi della vita, fanno sì che quello che avevamo programmato per noi stessi (o che stavamo realizzando) non si può più realizzare. Ma Il piano B è anche il titolo della nuova web serie prodotta dal Teatro Stabile del Veneto e firmata dalla compagnia Amor Vacui per la regia di Lorenzo Maragoni, che in questi giorni è in prova sul palcoscenico del Teatro Mario Del Monaco a Treviso.
Dopo un lavoro di scrittura a cura di Maragoni, Michele Ruol e Diego Scantamburlo, da questa settimana gli artisti della giovane compagnia Andrea Bellacicco, Giulia Briata, Gaia Magni, Cristiano Parolin, Eleonora Panizzo e Massimo Scola si sono ritrovati sul palcoscenico trevigiano, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, per le prove degli episodi che andranno in onda in primavera sulla piattaforma Backstagedello Stabile del Veneto con la regia video di Serena Pea.

È possibile avere un piano B nel decidere il proprio percorso di studio (“se non passo il test di medicina, proverò il test per psicologia”), la città dove vivere (“provo a stare sei mesi a Milano, se costa troppo torno a vivere in Veneto”), le relazioni (“avrei voluto stare con lei, ma non mi ha voluto. D’altra parte, c’è questa altra persona a cui piaccio…”). Per qualcuno è sinonimo di sicurezza (“vorrei fare l’artista, ma prima preferisco prendere una laurea in economia”); per qualcuno è un intralcio psicologico (“se non sento che sto dedicando tutte le mie energie su questo, non ce la farò mai”). Per qualcuno è una domanda che non si è semplicemente mai posta: il piano A non ha mai smesso di funzionare.
Ma in questo anno di profondi cambiamenti e crisi, in cui molti progetti di vita e lavoro hanno subito battute d’arresto e cambiamenti, la domanda è emersa per molti e per questo i giovani artisti hanno voluto affrontarla in scena a partire dalla propria esperienza: qual è il piano B? Senza il nostro lavoro, senza il nostro negozio, cosa faremo? Senza i nostri teatri, noi che viviamo di teatro, come vivremo?

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