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Buona Scuola: supplenti e precari da ottobre non ricevono lo stipendio

E’ inconcepibile, affermano i Sindacati della Scuola, la mancanza di considerazione e di rispetto nei confronti di questi lavoratori che non hanno ancora ricevuto uno stipendio

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Buona Scuola: supplenti e precari da ottobre non ricevono lo stipendio

Oltre il danno, la beffa. A viverla sono gli insegnanti, che ancora non hanno ricevuto lo stipendio a causa di una gestione impegnativa da parte delle segreterie che devono “correr presso” i continui mutamenti di situazione (supplenze, nomine) e le lungaggini della burocrazia che s’innescano fra la scuola e il Ministero all’Istruzione.

Al centro della questione una ingiusta penalizzazione per i supplenti che lavorano in classe dal mese di ottobre e che senza percepire stipendio devono fare tutti i giorni i conti con la propria sopravvivenza. Spesso sono docenti trasferiti da altre regioni, che hanno dovuto affrontare spese non indifferenti per questo spostamento, persone che hanno lasciato casa e famiglia per lavorare e per questa ulteriore precarizzazione di vita, faticano a tirare avanti.

Certo, i soldi alla fine arriveranno, ma questa situazione è troppo ingiusta, come afferma Fabio Barina della Gilda veneziana, che racconta le numerose telefonate di docenti che si rivolgono al sindacato per esprimere tutta la loro preoccupazione, molti sono alle soglie della povertà, arrivano a dover andare a mangiare alla Caritas, non sanno come affrontare il domani e questo problema pesa sulla qualità della loro vita e anche sul lavoro, che non può certo essere svolto a cuore sereno quando i problemi devastano nel loro protrarsi.

I docenti che provengono dal sud coprono una mancanza di organico ma ora che il Governo sta approntando il contratto di mobilità, probabilmente vorranno tornare a casa, ed è comprensibile, anzi indotta dalla realtà cruda e pura, questa circostanza.

La conseguenza della Buona Scuola, che così è stata denominata dal precedente governo, rivela il malessere che in realtà la scuola vive e sembra impossibile che non siano state preventivate le difficoltà di chi si è trasferito. E’ inconcepibile, affermano i Sindacati della Scuola, la mancanza di considerazione e di rispetto nei confronti di questi lavoratori che non hanno ancora ricevuto uno stipendio.

Se è vero che la scuola dovrebbe garantire a tutti gli studenti il diritto allo studio, ancor più questo riconoscimento dovrebbe essere riservato a quegli alunni che richiedono un docente specializzato di sostegno. E questo aspetto preoccupa l’Assessore Regionale alla Scuola Elena Donazzon, che intende lanciare un appello mirato alla soddisfazione delle esigenze di questi alunni “più deboli”. E porterà la complessità del problema alla conferenza Stato- Regioni, affinché siano seriemente valutati i bisogni e le conseguenti e opportune decisioni nel merito.

Ad oggi, sono davvero troppe le realtà che registrano il malessere della Scuola, in queste giornate ulteriormente revisionata e i docenti si aspettano un indirizzo competente e in grado di percepire la moltitudine dei bisogni. Gli studenti si aspettano considerazione, per sentirsi in grado di studiare senza dover cambiare continuamente il modo di farlo, vista la girandola delle supplenze, i genitori attendono pazientemente che la scuola dei loro figli presenti un organico “certo”, per sentirsi più tranquilli e rassicurati.

A dirli, a scriverli, questi concetti sembrerebbero semplici nella loro logica e linearità, sapendo quanto sia importante la formazione, l’educazione che ogni alunno, ogni studente riceve dalla scuola. E ancora sovviene l’ammonimento di Don Milani che richiamava la scuola “a preoccuparsi dei ragazzi che perde”, sapendo che poi a smarrirsi davvero (anche) per le mancanze della scuola, sono proprio i ragazzi.

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